Millennials e Millennium Bug: Eroi smarriti nell'era dell'accelerazione
Dal glitch del Y2K alla nostalgia degli anni '90: una generazione intrappolata tra passato e futuro chiamata a ridefinire il proprio ruolo nel caos del presente.
Se potessi fermare il tempo in un loop di 24 ore come in “Miss Peregrine's Home for Peculiar Children” che giorno sceglieresti? — mi chiede lei mentre passeggiamo sotto il sole freddo di dicembre. Non ho dubbi: il 31 dicembre 1999.
Non so onestamente cosa stessi facendo il 31 dicembre 1999. Però so che avevo 11 anni e che si vociferava che a mezzanotte, col passaggio al 1 gennaio 2000, sarebbe successo un finimondo informatico. Ero piccolo, ma già da qualche anno smanettavo coi computer grazie alla passione di mio padre. Passavo ore a navigare su Internet e giocare a Diablo online, uscito un paio di anni prima.
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Y2K-positive time-schizophrenization
Il Millennium Bug (Y2K Bug), così lo chiamavano, era un problema informatico che avrebbe potuto creare gravi malfunzionamenti nei sistemi informatici globali allo scoccare della mezzanotte. Derivava dal fatto che i sistemi informatici di quel periodo rappresentavano l'anno utilizzando solo le ultime due cifre, ad esempio "99" per il 1999. Al passaggio al 2000, i computer di tutto il mondo sarebbero quindi tornati indietro nel tempo di 100 anni, interpretando 00 come 1900 invece che 2000.
Fortunatamente gli sviluppatori-sacerdoti riuscirono a prevenire la maggior parte dei disagi, e non ci fu alcuna apocalisse digitale. Si rivelò essere una profezia che, come sempre accade, finì per non realizzarsi. Il mondo non venne meno allo scattare della mezzanotte e il giorno dopo tutto fu esattamente come prima. Oppure no?
Nelle teorie della Cybernetic Culture Research Unit (Ccru) (ne ho parlato qui) il Y2K rappresenta un momento catartico di flessione del tempo. Un bug attraverso cui il tempo calcolato, tecnologico, e digitalizzato — entrò in collisione con il tempo umano; un glitch temporale; una discontinuità schizofrenica nel corso della storia, che allo scoccare della mezzanotte ci ha proiettato in una dimensione completamente diversa da quella precedente. Il Y2K rappresenta per la Ccru un’interruzione nel continuum storico, una frattura che potrebbe aver deviato la timeline umana verso un percorso accelerazionista. L’idea è che il corso "naturale" della storia sia stato alterato da questa interazione tra tecnologia e profezia iperstizionale.
Accelerazione tecnologica e nostalgia reverenziale
In effetti, gli anni 2000 segnano una marcata accelerazione tecnologica e sociale rispetto agli anni e secoli precedenti. Il 10 marzo 2000 la bolla dot-com arrivò al suo picco, con seguente crash. Il 23 ottobre 2000 Google brevettò “Adwords”, il primo sistema al mondo di profilazione e advertising in tempo reale che ancora oggi muove i motori del colosso di Alphabet e i profondi ingranaggi del capitalismo di sorveglianza. Nel 2001 Apple lanciò il primo iPod. Nel 2004 Zuckerberg fondò Facebook.
La schizofrenia accelerazionistica del Y2K Bug e del secondo millennio ha colpito, sembrerebbe, una generazione più di tutte le altre: i Millennials, di cui faccio parte anch’io — cioè le persone nate tra il 1984 e il 2004. Chiedete a un Millennial qual è il suo periodo preferito della storia recente, e probabilmente vi risponderà proprio la fine degli anni ‘90.
Noi Millennials sembriamo osservare una peculiare reverenza, quasi venerazione religiosa, per il periodo tra gli anni ‘90 e primi anni 2000. Su Instagram e TikTok oggi impazzano gli account in stile “90s nostalgia” che ripropongono mode, temi, videogiochi, film e musica tipici della fine degli anni ‘90. Il legame con questo particolare periodo storico sembra definire psicologicamente, socialmente e anche archetipicamente la mia generazione.
Internet, Playstation, iPod, Google e social network hanno plasmato interamente la nostra identità collettiva. Certo — vale in qualche modo anche per le altre generazioni, ma in modo diverso. I Millennials sono l’unica nella storia umana ad aver vissuto la propria infanzia in questo spazio liminale tra la fine di un mondo e l’inizio di un nuovo. Il 2KY Bug è la nostra origin story.
Abbiamo un ricordo di com’era la vita prima della diffusione planetaria delle tecnologie digitali e sappiamo com’era passare le estati in strada sullo skate insieme agli amici; conosciamo la sensazione delle infinite giornate passate a scuola senza smartphone, senza Internet e senza social network.
Ricordiamo però anche le ore passate a giocare a Final Fantasy 7, Metal Gear Solid, Tony Hawk's Pro Skater e molti altri… ben più che videogiochi — un vero e proprio retaggio culturale. Così forte che ancora oggi in moltissimi vogliono continuamente rivivere quei momenti.
Personalmente, posso dire che gran parte del mio bagaglio culturale arriva proprio da Internet, più che dalla scuola o dalle relazioni sociali. La tecnologia digitale ci ha sommerso completamente come uno Tsunami improvviso, lasciandoci un po’ tramortiti ma anche estasiati. Improvvisamente tutto era possibile!
Un (primo) ultimo momento di quiete
Quei pochi anni tra la metà del 1990 e il 2000 rappresentano per noi Millennials anche l’ultimo momento in cui abbiamo percepito un certo senso di prosperità e protezione. Eravamo troppo piccoli per saperlo, ma proprio quella decade avrebbe segnato l’inizio di una Crisi globale che perdura ancora oggi. I nostri genitori, nonostante le cose iniziassero a scricchiolare, erano tutto sommato in grado di farci vivere con bene e con un pacato senso di sicurezza.
I Millennials più “vecchi” sono cresciuti con l’idea di poter fare tutto: ad aspettarci c’era un futuro glorioso, come quello vissuto dai nostri genitori. Saremmo diventati architetti, ingegneri, avvocati rispettati e benestanti, o così ci dicevano.
Finché un bel giorno, nel 2001, crollarono le Torri Gemelle. Nel giro di pochissimo tempo gli Stati Uniti pubblicarono una delle prime leggi liberticide per la sorveglianza di massa, il Patriot Act, che ancora oggi ci delizia con le sue conseguenze (la Travel Rule, tutt’ora applicata in ambito bancario, è figlia del Patriot Act). Nel 2008 scoppiò la crisi dei mutui subprime con fallimento della Lehman Brothers e panico globale nei mercati finanziari. Improvvisamente, nulla fu più davvero possibile.
Il mondo occidentale, un luogo fino a poco prima pieno di speranza, si sarebbe ben presto trasformato in una sorta di distopia tecnocratica in costante Crisi.
La Teoria Generazionale
La Teoria Generazionale di Strauss-Howe, gli stessi che hanno coniato il termine Millennials, può aiutare a spiegare meglio l’impatto generazionale di questo salto quantico dal 1999 al 2000.
La Teoria afferma che la storia umana segue un ciclo ricorrente di circa 80-100 anni, diviso in quattro fasi generazionali chiamate "turning": Ascesa, Risveglio, Dissoluzione, e Crisi. Ogni fase è caratterizzata da un diverso clima sociale e culturale e corrisponde alla vita di quattro archetipi generazionali ricorrenti: Profeta, Nomade, Eroe e Artista.
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