L'anti-sorveglianza fisica
Droni, telecamere e sensori di ogni tipo. Come in cielo, così in terra: nelle nostre città siamo sempre più sorvegliati. Qualche consiglio per proteggersi.
L’articolo descrive il contesto urbano della sorveglianza fisica e offre alcuni spunti, sia informativi che tecnici, per minimizzare l’esposizione quando ci si sposta in città.
Le nostre città sono sempre più popolate di telecamere, termoscanner, sensori e scanner Wi-Fi, Bluetooth e molto altro. E se guardiamo più in alto, anche i droni iniziano a sorvolare i nostri cieli.
Uno scenario non proprio idilliaco per chi soffre di quel disturbo della personalità chiamato voglia di privacy. Non è facile difendersi dall’occhio di Sauron, ma possiamo provarci insieme.
I rapaci della sorveglianza
Iniziamo partendo proprio dal cielo sopra le nostre teste. L’uso di droni per finalità di sorveglianza e polizia è sempre più comune. Non tutti i droni sono però uguali. Esistono droni militari con incredibile autonomia e capacità offensive e droni “urbani” che invece oltre ad essere molto più piccoli hanno anche meno autonomia e non hanno (per ora) capacità offensive.
In diverse parti del mondo saper riconoscere un drone e riuscire a nascondersi può fare la differenza tra la vita e la morte. Neppure i droni militari di sorveglianza non devono essere sottovalutati, dato che questa è spesso la fase che precede un attacco.
Anche i nostri cieli si stanno velocemente riempiendo di droni.
Non è un segreto ad esempio che siano stati usati durante i lockdown per scandagliare parcheggi, strade e piazze e scovare i pochi temerari che osavano sfidare il temibile virus in barba a decreti legge e DPCM. Certo, sono diversi da quelli militari, ma con capacità di sorveglianza da non sottovalutare.
Un decreto del 13 giugno 2022 ha anche recentemente abrogato la normativa precedente sui droni e semplificato di molto il loro uso per Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Oltre alle solite finalità “ombrello” di sicurezza pubblica, contrasto del terrorismo e prevenzione dei reati di criminalità organizzata e ambientale, i droni possono ora essere usati per un sacco di cose:
a) la Polizia di Stato per la:
1) sicurezza stradale;
2) sicurezza ferroviaria;
3) sicurezza delle frontiere;
4) sicurezza postale e delle comunicazioni;
b) l'Arma dei carabinieri per la:
1) sicurezza in materia di sanita' e igiene
2) sicurezza in materia forestale, ambientale e agroalimentare;
3) sicurezza in materia di lavoro e legislazione sociale;
4) sicurezza del patrimonio archeologico, storico, artistico e
culturale nazionale;
c) il Corpo della guardia di finanza per:
1) la sicurezza del mare
2) la sicurezza in materia di circolazione dell'euro e degli
altri mezzi di pagamento;
3) l'assolvimento delle funzioni di polizia economica e
finanziaria di cui all'art. 2 del decreto legislativo 19 marzo 2001,
n. 68.
I droni più evoluti possono montare un payload di sorveglianza da brivido: scanner termico, telemetro laser, camere grandangolari ad altissima risoluzione e con zoom, visione notturna e tracking intelligente degli obiettivi.
I muri hanno gli occhi
Tornando al livello del suolo, non devo certo dirvelo io: la situazione peggiora a vista d’occhio.
In quanto a numeri, la Cina è sempre leader globale, con circa 380 telecamere ogni 1000 persone. In Europa la situazione è migliore; siamo molto lontani da quei numeri. Londra, che è la città più videosorvegliata in Europa, conta circa 13.35 telecamere ogni 1000 abitanti. Alcune statistiche riportano un numero di molto superiore, ma dalle mie ricerche sembra che i numeri più alti tengano conto anche delle videocamere private.
In Italia non raggiungiamo i numeri stratosferici della Cina o di Londra, ma la quantità di telecamere e sensori è però destinata a salire vertiginosamente: dal 2018 il governo italiano continua a mettere a disposizione fondi milionari per il finanziamento dei sistemi di videosorveglianza nei nostri Comuni.
Il potenziamento dell’apparato di videosorveglianza non è solo quantitativo, ma anche qualitativo. Se oggi avere sistemi di riconoscimento facciale sembra fantascienza, lo stesso non potrà dirsi fra qualche anno. Difendersi da questa roba non è facile, e la risposta migliore dovrebbe essere quella del netto e forte rigetto politico.
Purtroppo, la maggior parte delle persone semplicemente ignorano il problema. Non tanto per negligenza o indifferenza, quanto per l’opacità che circonda queste decisioni della pubblica amministrazione.
Quanti sono consapevoli delle delibere comunali che prevedono l’installazione o il potenziamento dei sistemi di sorveglianza? Quante volte invece la popolazione viene semplicemente messa di fronte ai fatti compiuti, con nuove e scintillanti telecamere sopra le loro teste?
D’altronde, come affermava Machiavelli1 in tempi meno sospetti, non c'è nulla di strano. La cospirazione è il miglior metodo di governo: “all’inizio il male è difficile da conoscere, ma facile da curare, ma col passare del tempo diventa facile da conoscere e difficile da curare; fin quando non vi è più rimedio". Oggi c’è una cospirazione per riempire il più possibile le nostre città e cieli di telecamere.
Antisorveglianza - telecamere e droni
Difendersi dall’ espropriazione violenta della nostra privacy non è facile, però ci sono degli accorgimenti utili da ricordare per diminuire l’esposizione quando siamo in pubblico.
Contro le telecamere volanti, l’ambiente e il meteo sono nostri amici: pioggia e nebbia mettono in difficoltà i droni, così come alberi, portici o altre strutture che possono nascondere una persona dall’alto. Anche nascondersi in una grande folla può essere utile, seppur molti droni oggi possono montare telecamere con tracking intelligente per identificare e seguire specifiche persone con segni distintivi.
Se invece splende il sole, usare materiale riflettente può aiutare a contrastare le telecamere dei droni e confondere i sistemi di sorveglianza. Anche cappelli, cappucci, sciarpe e ombrelli possono essere semplici ma funzionali strumenti per evitare lo sguardo dei rapaci della sorveglianza. Attenzione però, che essere gli unici icon un ombrello in testa in una giornata di sole potrebbe invece semplificare l’identificazione.
Contro i termoscanner, che potrebbero essere installati sui droni, è utile indossare materiale che abbia proprietà di isolamento termico, come la lana o alcune fibre sintetiche come il neoprene.
Le capacità di sorveglianza dei droni possono essere combinate con altre tipologie di monitoraggio a terra, come le telecamere. Per cercare di minimizzare l’esposizione è utile saper riconoscere le diverse tipologie di telecamere che ci circondano.
Quelle CCTV di solito hanno una forma a cupola o a proiettile. Quelle a cupola possono avere una rotazione di 360° e la forma rende difficile capire esattamente in che direzione stanno guardando. Di solito però non hanno un raggio d’azione molto lungo e sono situate in zone protette, al riparo dagli agenti climatici.
Le CCTV a proiettile (rettangolari e allungate) sono invece tipicamente installate all’esterno e hanno un raggio meno ampio di quelle a cupola, ma più lungo. Entrambe le tipologie possono essere dotate di visione notturna a infrarossi (IR). Alcuni modelli sono facili da riconoscere, perché hanno una serie di piccoli led intorno alla fotocamera principale. In altri casi potrebbero invece essere nascosti.
Non tutte le telecamere però sono fatte per riprendere le persone.
Quelle LPR (License Plate Recognition) sono studiate appositamente per identificare targhe delle automobili. In alcuni casi sono dotate di algoritmi OCR (Optical Character Recognition) che trasformano l’immagine in dati alfanumerici che possono essere confrontati con database precostituiti.
Queste telecamere di solito hanno una seconda lente per le riprese ravvicinate. Come per quelle di riconoscimento facciale, spesso sono posizionate in modo tale da agevolare la lettura delle targhe.
Antisorveglianza - riconoscimento biometrico
Per quanto riguarda le telecamere con riconoscimento facciale, il discorso è più complesso. I modelli infatti sono uguali alle normali telecamere a proiettile, ma queste sono solitamente poste ad altezza inferiore, così da poter più facilmente osservare il viso delle persone. Ad esempio, potrebbero essere installate nei pressi di scalinate o passaggi obbligati.
Negli ultimi anni alcune aziende hanno iniziato a progettare capi di vestiario con grafiche particolari che mandano in confusione gli algoritmi di intelligenza artificiale.
Ho avuto occasione di conoscere personalmente la fondatrice di un’azienda italo-statunitense (Cap_able) che produce questo tipo di prodotto e posso dire che funzionano, ma per ora sono ancora abbastanza costosi e molto vistosi. Non proprio l’ideale per camuffarsi anche dagli occhi biologici.
Antisorveglianza - sensori e celle telefoniche
Infine, non dobbiamo dimenticare i sensori, scanner e celle telefoniche — sempre più usati dalle forze dell’ordine e dalla pubblica amministrazione per monitorare il territorio.
Attraverso la combinazione di questi elementi è possibile identificare ogni singolo dispositivo sul territorio comunale e localizzare una persona anche in mezzo ad altre mille. Spesso è sufficiente un sensore di monitoraggio bluetooth / wi-fi.
Per mitigare questo tipo di sorveglianza non c’è molto da fare, se non disattivare le funzioni wi-fi e bluetooth dei dispositivi e disattivare il wi-fi scanning e il bluetooth scanning.
Attenzione però, perché disattivare a livello software queste funzioni non assicura che il dispositivo non sia ancora rintracciabile.
L’ideale sarebbe dotarsi di una sacca con tecnologia Faraday che impedisca del tutto questo tipo di sorveglianza.
Fortunatamente esistono oggi prodotti molto interessanti che possono darci una mano. Come quelli prodotti dall’azienda chiamata SLNT, che produce zaini e sacche costruiti in modo da isolare totalmente i dispositivi elettronici dall’esterno, annullando così ogni possibilità di sorveglianza da parte della pubblica amministrazione.
Usare uno zaino di questo tipo per muoversi in città e in zone particolarmente affollate annulla anche il rischio di furti “hi-tech” con strumenti che possono facilmente copiare i nostri dati (carte di credito) e chiavi (automobile, cancelli, ecc.) a nostra insaputa. Un investimento che forse vale la pena fare.
Usa le FOIA per scoprire la sorveglianza del tuo Comune
Infine, un ultimo consiglio, non tecnico ma legale: informarsi su ciò che ha fatto o vuole fare il vostro Comune. Conoscere i meccanismi di sorveglianza è il primo passo per proteggersi.
Sarà sufficiente fare una richiesta FOIA2 (accesso civico generalizzato) via posta elettronica (di solito all’URP) e chiedere tutta la documentazione relativa alla videosorveglianza. Il Comune avrà tempo 30 giorni per rispondervi e darvi copia di tutto ciò che hanno.
Nei documenti di solito sono indicate le finalità della sorveglianza, le zone, i sistemi usati e molte altre informazioni.
In alcuni casi, queste informazioni potrebbero essere usate anche per costringere i Comuni a rimuovere le telecamere per violazione della normativa privacy europea. Ad esempio, per mancanza di informativa, cartellonistica, o valutazione d’impatto — un processo documentato per la valutazione dei rischi obbligatorio per legge.
Usiamo anche gli strumenti legali che abbiamo a disposizione!
"Et interviene di questa come dicono e’ fisici dello etico, che nel principio del suo male è facile a curare e difficile a conoscere, ma, nel progresso del tempo, non l’avendo in principio conosciuta né medicata, diventa facile a conoscere e difficile a curare. Cosí interviene nelle cose di stato; perché, conoscendo discosto, il che non è dato se non a uno prudente, e’ mali che nascono in quello, si guariscono presto; ma quando, per non li avere conosciuti si lasciono crescere in modo che ognuno li conosce, non vi è più remedio."
È vero che a Londra ci sono una marea di telecamere anche se cmq molte sembrano non funzionare, soprattutto quando se serve a te e lo dico per esperienza 😅😂. Cmq per quanto riguarda le telecamere ci dovrebbe essere una rivolta popolare, appena uno vede una telecamera o drone si prende e si tira giu a sassate. Con la scusa della sicurezza ci stanno mettendo in una gabbia, quando ci so rendera conto di cio?
Molto interessante cap_able. Sei una miniera d’ informazioni!