Così lo Stato crea una massa di zombie
Lo Stato ha bisogno del supporto delle masse. Ma come fa lo Stato a convincere le masse? Grazie all'alleanza con gli intellettuali - da sempre macchina di propaganda collettivista.
Viviamo in una società fatta di una massa di persone spaventate e confuse. Persone disposte ad accettare qualsiasi cosa pur di sentirsi al sicuro: restrizioni della libertà, sorveglianza di massa, controllo dei comportamenti, espropriazione e censura delle opinioni discordanti.
Chiameremo queste persone Zombie: si riconoscono esclusivamente nella collettività e sono incapaci di assumere alcuna responsabilità sulla loro vita; persone pronte a seguire chiunque prometta di decidere al posto loro.
Il mondo è pieno di Zombie. Fanno parte della massa critica necessaria per giustificare e preservare le strutture ideologiche collettiviste su cui si fonda la nostra concezione di Stato.
Sorveglianza, controllo sociale, anche attraverso la tecnologia, sono sempre più ben accetti e facilmente giustificabili in nome di una maggiore percezione di sicurezza o di un distorto concetto di “bene comune”. Lo vediamo ormai ogni giorno, qualsiasi scusa è buona per aumentare l’ingerenza dello Stato nelle nostre vite.
Come siamo arrivati a questo punto? Di chi è colpa? È un processo irreversibile? Cerchiamo di fare ordine e rispondere a queste domande.
L’alleanza tra Stato e intellettuali
Una delle principali cause della diffusione incontrollata di Zombie è l’alleanza tra Stato e intellettuali, che da sempre hanno un ruolo fondamentale nel plasmare la società.
Storicamente, quella tra intellettuali e Stato è una relazione parassitaria di successo: lo Stato protegge fisicamente ed economicamente l’intellettuale, che in cambio amplifica la sua voce e crea le radici ideologiche necessarie a mantenere il controllo sulla popolazione.
Non importa quanto uno Stato sia forte o violento; qualsiasi tipo di autorità ha bisogno di mantenere ampio supporto popolare per sopravvivere. La violenza, da sola, non funziona.
La maggioranza delle persone deve essere continuamente persuasa della bontà dell’ideologia del momento; deve credere che il governo agisca esclusivamente per il loro bene e che tutto ciò che viene fatto, compresi gli atti di violenza, non solo è inevitabile, ma anche migliore di qualsiasi alternativa.
Per descrivere questa particolare alleanza possiamo citare un passaggio brillante di Atlas Shrugged, scritto da Ayn Rand.
In questo estratto alcuni esponenti del governo stanno valutando le possibili conseguenze dell’approvazione di una legge estremamente liberticida per controllare l’economia del paese, la Direttiva 10-289. Uno di loro è preoccupato di come questa legge possa essere recepita dagli intellettuali del Paese, ottenendo questa risposta:
Gli intellettuali? Dovresti preoccuparti di qualsiasi altro tipo di uomo, ma non degli intellettuali: manderanno giù qualsiasi cosa.
Avrei più paura degli scaricatori di porto, che potrebbero ricordare improvvisamente di essere uomini, e non sarebbero più gestibili. Ma gli intellettuali? Quella è una cosa che hanno dimenticato tanto tempo fa. Immagino che lo scopo di tutta quell’educazione fosse proprio quello.
Assumiamone qualcuno e mandiamoli in giro a dire alle persone che è tutta colpa loro se siamo in queste condizioni. Diamogli un buon salario e qualche titolo pomposo - faranno un lavoro migliore nel tenere le persone a bada di qualsiasi altra forza dell’ordine.1
Il ruolo degli intellettuali che intraprendono questa relazione parassitaria con lo Stato è quindi convincere la massa della bontà dell’ideologia statalista, che loro stessi hanno contribuito a plasmare.
Non si faranno particolari problemi a diventare portavoce di qualsivoglia grottesca idea, perché in cambio riceveranno protezione e fama.
Come sapientemente scritto da Murray Rothbard in "Anatomy of the State", gli intellettuali sono il mezzo attraverso cui lo Stato parla alle masse di Zombie, incapaci di pensiero indipendente:
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