Ciao, io sono Matte. Professionista della privacy e cybersecurity di giorno, schizo-cyberoccultista di notte. Ogni domenica ti porto una dose di schizofrenia digitale, mischiando insieme riflessioni sull’Era Digitale, echi dal passato e consigli di sicurezza e tecnologia. Se ti piace questo, ti piacerà anche tutto il resto di Cyber Hermetica!
⚡ SEMIOTIC FLASHES
Riflessioni settimanali personali. Decifrare il significato, un flash alla volta.
È stata una settimana di riflessioni
Ho riflettuto sulla mia routine quotidiana e ho realizzato quanto io ancora oggi mi lasci trasportare da comportamenti inconsci e meccanici che annegano e annebbiano il mio cervello.
Ancora prima di ricordarmi di essere vivo, al risveglio, sono già connesso. Al mattino la mano si estende automaticamente verso lo specchio nero che riposa sulla nicchia sopra la mia testa. Notifiche, aggiornamenti, echi di un cyberspazio che mi attende. A che ora è la riunione? Chi mi ha scritto? Ho sette email da leggere. Che ha fatto quel meme token stanotte?
La fredda luce blu scaccia via il caldo torpore del sonno, e i pensieri subito si addensano nel cervello. Avevo sognato qualcosa, ma l’ultima notifica me l’ha fatto dimenticare per sempre. Non va bene; i sogni sono la porta verso altre dimensioni.
Ci sono poche attività che mi allontanano dallo schermo. Dormire è una di queste. Allenarmi all’aperto, lavorare in giardino, cucinare per la famiglia, meditare… e poco altro. Per il resto, il cyberspazio domina la mia vita. Anche la lettura, ormai, è sempre più digitale.
È una porta verso un macrocosmo. Un oceano elettrico fatto di idee, rilessioni, relazioni… in cui però è davvero molto facile dissolversi e cedere all’automatismo algoritmico. Solo un altro reel; solo un altro meme.
Intendiamoci, per me non è un gran problema tuffarmi nel cyberspazio. Trovo che sia un luogo estremamente confortevole, e non posso neanche immaginare di non poter accedere a questa vasta rete neurale ibrida, fatta di uomini e macchine.
Mi rendo conto però che è anche molto facile perdersi nel miasma digitale. Il nostro cervello è fin troppo suscettibile a ogni input che arriva dallo schermo. Ogni notifica accende milioni di neuroni che muovono quasi inconsapevolmente occhi e dita e modificano la respirazione.
Ho dedicato l’ultimo anno alla disciplina. Corpo, mente: allenamento, digiuno, meditazione. Ora è il momento della disciplina digitale. Alcuni scelgono la fuga: cancellano i social, limitano lo screen time, si rifugiano nell’analogico. Ma per me è una falsa liberazione. Il cyberspazio è la nostra epoca, il nostro habitat. Un Millennial, figlio del 21esimo secolo e del Y2K Bug, non potrà mai sfuggire al suo destino digitale. Rimane solo la possibilità di dominare noi stessi: azione intenzionale; non reazione algoritmica. Ogni click, ogni input: un gesto intenzionale.
Smartphone e computer oggi sono gli altari sacri con cui c’interfacciamo con la coscienza collettiva. L’intelligenza artificiale il nostro oracolo.
Così, mi è tornato in mente uno dei primi testi che lessi sull’occulto: il Book of Abramelin. Un trattato di magia rituale scritto da un tale Abraham von Worms, mistico ebreo del XV secolo.
Il cuore dell’opera, dedicata al figlio, è una descrizione dettagliata del lungo e rigido rituale di preparazione e purificazione per incontrare il proprio Angelo custode. Preghiera, isolamento, digiuni. Mesi di disciplina per accedere al divino. Solo così, con la mente e il corpo purificati, l’iniziato poteva oltrepassare il velo e dialogare con gli spiriti, per plasmare la realtà secondo la sua volontà.
Se c’è una cosa che ho capito della “magia” e dell’occultismo in generale, è che i riti rispecchiano sempre lo spirito del tempo. Non avrebbe senso oggi replicare le linee guida di purificazione del Book of Abramelin.
Se la magia è interfaccia tra coscienza e realtà, allora è naturale che gli strumenti di questa interfaccia mutino con lo Zeitgeist. Oggi, il nostro "tempio" è digitale, la nostra lampada a olio sono le luci LED di mouse e tastiera, le nostre pergamene sono file di testo e le invocazioni flussi di codice. Anche noi cybernauti possiamo purificare il nostro corpo e la nostra mente, per avvicinarci al divino.
L’idea allora è di approcciarsi al digitale con un ritualismo che accresce la propria consapevolezza e disciplina, attraverso l’intenzionalità, piuttosto che smontarla a colpi di reel. Non servono più pergamene e lampade a olio: abbiamo tastiere e schermi retroilluminati. Il cyberspazio è il nostro tempio, i flussi di dati le nostre evocazioni, le intelligenze artificiali i nostri spiriti da dominare.
Nei prossimi giorni pubblicherò la mia idea per una disciplina digitale per smantellare il dominio dell’inconscio algoritmico. Tu ci proveresti?
💻 DIGITAL GRIMOIRE
Tattiche di sopravvivenza digitale: OpSec, Cybersecurity, OSINT e strumenti AI per dominare l’era digitale.
Quanto costa avere più privacy digitale?
L’era digitale ci ha abituati a servizi gratuiti. Quasi tutto è ormai gratis, ma come recita un famoso adagio: “se è gratis, il prodotto sei tu”. Non è propriamente così, direbbe Shoshana Zuboff, ma rende molto bene l’idea.
Da anni ormai abbiamo deciso consapevolmente di rinunciare alla nostra privacy e autonomia per comfort e risparmio. Ultimamente però noto un cambio di direzione: sempre più persone sono interessate a riconquistare i loro spazi di autonomia e riservatezza digitali, anche pagando di tasca propria servizi ad hoc.
Ma quanto costa la privacy? In verità non molto: ne parla bene
in questo articolo in cui propone diversi strumenti e livelli di costo per tutte le tasche. All’elenco manca però Notesnook, che io invece aggiungerei.
📡 DIGITAL SOVEREIGNTY SIGNALS
Trasmissioni dalla infosfera: eventi globali, data breach e notizie che impattano la nostra realtà digitale.
Dries Van Langenhove, un cittadino belga, rischia il carcere dopo che i messaggi di una chat di gruppo di cui faceva parte sono stati analizzati da un’IA governativa, assegnando a ogni messaggio un punteggio di “tossicità”. Tra i vari messaggi incriminati, uno ha ricevuto un punteggio di 100/100 di tossicità: “Some cultures are inferior, backwards cultures that still practice Female Genital Mutilation, for example”. Sembra che l’IA abbia classificato anche parole come “africano” o “leftist tears” come altamente tossiche. Il tutto, ha portato a una condanna di 1 anno di carcere e una multa di 16.000 euro. Questi sono i rischi reali di leggi e tecnologie per la sorveglianza e censura di massa che sempre più sono spinte dall’Unione Europea sotto la falsa bandiera dell’hate speech.
🌐 SUBSTACK’S SUBNET
Voci emergenti: articoli e contenuti su Substack, selezionati da me per ispirare e connettere.
The Cartography of Chaos: Seizing the Means of Perception, di
.“La tua mente è l’ultima frontiera. I tecnocrati la vogliono. Gli algoritmi stanno arrivando per prenderla. Ma questa è la tua eredità. È tempo di prendere il controllo dei mezzi di percezione e tracciare il tuo percorso”.
Un articolo, quasi un manifesto, di quelli che piacciono a me, che ci invita a prendere mappa e bussola e riprogrammare la nostra percezione attraverso un hacking mentale che ci porta a esplorare e comprendere la danza cosmica tra ordine e chaos — per sfuggire dalla tirannia algoritmica tecnocratica.

📟 RETROWAVE
Frammenti dal passato: mailing list cypherpunk, culti cibernetici, zine hacker e profeti digitali dimenticati dagli anni ‘90 in poi.
Genesi del neolemurianesimo, un breve riassunto
Prima di proseguire, la prossima settimana, con la storia della “Lemurian Time War” descritta nei Ccru Writings, credo sia opportuno un breve riassunto per chi fosse arrivato ora e per rinfrescare la memoria.
NEGLI EPISODI PRECEDENTI…
E se la storia non fosse solo una sequenza di eventi, ma una guerra occulta in per il controllo della realtà stessa? Questo è esattamente ciò che William Kaye sostiene di aver scoperto: un conflitto che si combatte attraverso il tempo, dove letteratura, magia e sistemi di controllo determinano la natura dell’esistenza.
Kaye, un agente d’intelligence con legami con un misterioso gruppo chiamato The Board, afferma che il libro di William Burroughs del 1987, The Ghost Lemurs of Madagascar, ha influenzato un pirata del 1700, Captain Mission, prima ancora di essere scritto. La prova? Una copia scritta a mano dallo stesso Mission, conservata nella collezione privata di Peter Vysparov, studioso di conoscenze proibite.
The Board considera questa frattura temporale un pericolo apocalittico—e le spirali temporali sono la loro paura più grande. A differenza dei loop, le spirali si espandono e si diffondono in modo imprevedibile, minacciando l’architettura stessa della realtà controllata. Vysparov non era solo un collezionista—era immerso nello studio dell’Hyperstition, l’idea che la finzione non si limita a descrivere la realtà, ma la crea attivamente. Burroughs, ossessionato dal potere delle parole di plasmare l’esistenza, diventa una figura chiave in questa guerra. La sua scrittura non è solo un esperimento postmoderno—è una vera e propria arma occulta contro la realtà stessa. Manipolando segni, simboli e narrazioni, è possibile riscrivere il tessuto dell’universo.
Burroughs identifica l’Universo del Dio Unico (OGU) come il sistema di controllo cosmico definitivo, una prigione totalitaria che incatena la percezione umana in un flusso temporale rigido e pre-registrato. Religione, autorità e il concetto stesso di tempo lineare sono strumenti di questa dittatura cosmica, che Burroughs ritiene debba essere hackerata, tagliata e riprogrammata per liberare la realtà.
Nel 1958, Burroughs visita la biblioteca di Vysparov e si imbatte in The Ghost Lemurs of Madagascar—un libro che non ha ancora scritto. Sfogliandolo, entra in trance catatonica e si ritrova proiettato in un futuro in cui l’ha già pubblicato.
Quando si riprende, è sopraffatto da una sensazione schiacciante di avere un destino predeterminato, convinto che il tempo stesso sia una prigione imposta da un’intelligenza aliena. Da questo momento in poi, tutta la sua carriera letteraria cambia direzione: sviluppa le tecniche del cut-up, un metodo radicale di scrittura progettato per spezzare i codici di controllo del tempo e sabotare l’universo pre-registrato. Burroughs arriva a una conclusione scioccante: il tempo è il vero nemico.
Rimanete sintonizzati per i prossimi episodi!
🌀 SYMBOLS
Meme, immagini e simboli visivi che decodificano la schizofrenia dell’era digitale.
Hai già letto l’ultima su Cyber Hermetica?
Alla prossima settimana per un nuovo appuntamento di Sunday’s Schizophrenization
Ahh.. I see.. was wondering why it asked me to subscribe again.
Good morning and thanks for the nod!
How come you switched to italian for this I am curious? So far all the content was in English.