Prompt Engineering come Ars Alchemica
La manipolazione delle parole alla ricerca di nuovi significati, attraverso le formule magiche che conosciamo come prompt.
«Nulla si crea, nulla si distrugge: tutto si trasmuta attraverso il prompt.»
— Frammento cyber-hermetico, datato 2025.
Questa pergamena digitale è per chi non si fa guidare dalle sue insicurezze e non ha timore di sfruttare la tecnologia per potenziare le sue capacità di ragionamento, di scrittura o la sua produttività. Non c’è vergogna né peccato.
L’intelligenza artificiale non sostituirà la creatività e l’intelletto umano, ma li renderà irrilevanti; cambiandone i connotati. Il futuro appartiene a chi non avrà paura di trasformarsi in un proto-cyborg, integrando la propria umanità con la tecnologia, scolpendo il suo destino nel silicio.
Qui vedremo insieme come addomesticare i nostri assistenti d’intelligenza artificiale per scoprire nuove idee, impalcature linguistiche inedite o lasciarci trascinare da raffinate allucinazioni simboliche.
La Grande Opera di questo laboratorio cyber-alchemico non riguarda la lavorazione della materia con alambicchi e sostanze sulfuree alla ricerca della Pietra Filosofale, ma la manipolazione delle parole alla ricerca di nuovi significati attraverso formule magiche che conosciamo come prompt.
Questo è il mio contributo personale sul tema del prompt engineering, derivante dall’esperienza che ho accumulato nell’ultimo anno con l’uso di chatGPT e dalla lettura di manualistica di settore.
Sul prompt engineering
In questo articolo approfondiremo le best practices da ricordare quando si costruisce un prompt e le principali tecniche di prompt engineering:
Zero shot & few shot prompting
Role & contextual prompting
Chain of thought prompting
Self-criticism prompting
Prima di addentrarci nella parte più tecnicistica, vorrei però discutere proprio di come io utilizzo l’IA (chatGPT) per il mio personale processo di brainstorming.
Prima di tutto, mettiamo le cose in chiaro. Il termine prompt engineering non mi piace, perché richiama rituali meccanici e tecnicismi aridi. Per me invece dialogare con modelli come chatGPT è una forma di filosofia. Cos’è d’altronde la filofosia, se non l’arte di elaborare domande e risposte?
Il prompt inizia sempre con una domanda che poniamo a noi stessi. Arrivare a una domanda che abbia senso però non è sempre facile. Anche questa è una forma di problem-solving: capiterà ogni tanto che nel processo di formulazione della domanda, per la scrittura di un prompt preciso e dettagliato, voi troviate anche già la sua risposta. In un prompt (domanda) risiede anche già la sua risposta, ancora da cristallizzare.
Ma la scomposizione dei pensieri ingarbugliati che abbiamo nella testa alla ricerca della domanda giusta può avvenire anche attraverso il prompting stesso. Una sorta di meta-prompting. E così potremmo usare l’intelligenza artificiale per trovare sia domanda che risposta, in una sorta di processo di scomposizione cibernetico, in cui sia noi che l’assistente siamo alla ricerca di significato.
Questa visione è l’approccio del vibe coding, che a buona ragione viene deriso da ogni sviluppatore che si rispetti, essendo più una forma d’arte nerd che sviluppo software. Ma lo trovo invece utile come metodo di scoperta e trasmutazione di idee.
La trasmutazione delle idee
Io non sono un gran pensatore. Non passo ore a riflettere su grandi temi filosofici, sono troppo pigro e non abbastanza acculturato. Ciò di cui scrivo solitamente mi sovviene sotto forma di brevi intuizioni nei momenti più disparati. Da un anno circa uso chatGPT per scavare dentro a queste intuizioni e trovare le domande e le risposte che nascondono.
Un esempio reale e recente è quello che ha dato vita a un pezzo a cui sono affezionato: Sole, Acciaio e Silicio.
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