L'Übermensch digitale
Patchare le nostre vulnerabilità morali e spirituali per evolvere nel Superuomo del XXI secolo.
Friedrich Nietzsche introdusse il concetto di Übermensch (Superuomo); un archetipo umano che trascende i limiti della sua condizione, superando la moralità convenzionale e la dipendenza da sistemi e schemi precostituiti, sia culturali che politici e religiosi.
Nei precedenti scritti ho affrontato alcuni concetti che sono molto affini all’idea di Übermensch proposta da Nietzsche. Avendo preso in prestito il suo archetipo, mi piacerebbe spiegare meglio cosa intendo.
In “Il Vangelo di Tommaso e la Crypto-Anarchia” scrivevo che il XXI sarà secondo me il secolo dell’Übermensch iperconnesso (o digitale). In “Solve et Coagula” ho poi accennato al percorso introspettivo necessario per realizzare questa particolare condizione, attraverso l’allegoria del processo alchemico e la metafora del percorso iniziatico dei protagonisti di Atlas Shrugged, il famoso romanzo di Ayn Rand.
Il Superuomo era guidato, secondo Nietzsche, da una “volontà di potenza”: una volontà di autoaffermazione e di realizzazione personale, secondo la propria visione del mondo.
Secondo Nietzsche è l’educazione — e non l’erudizione — che porta a pensiero critico, saggezza, e alla capacità di superare gli schemi e le illusioni della società. L'übermensch è colui che intraprende un percorso di cura intellettuale e culturale con lo scopo di superamento se stesso e ogni schema precostituito. La "volontà di potenza" è dunque piena volontà pensante. L'übermensch è in questo senso superiore all'Untermensch (l’ultimo uomo) poiché il secondo è privo di questa volontà di autoaffermazione, e confonde l'educazione con la mera erudizione.
La volontà di potenza nasce anche dalla percezione, secondo Nietzsche, di essere soli nell’Universo: “Dio è morto”, quindi sta agli individui trovare il proprio posto nel mondo.
Nietzsche aveva probabilmente ragione, poiché descriveva un periodo, quello post-illuminista, caratterizzato dal trionfo della Ragione e dall’affermazione della supremazia del moderno e della scienza rispetto all’antichità, alle religioni e a tutto ciò che era visto come superstizione. Ancora oggi, l’umanità rimane in generale intrappolata in questo schema.
Tuttavia, come scrivevo insieme a
in “Oltre Icaro: il sogno transumano”, trovo che per affrontare le sfide dell’Era Digitale — intellettuali e spirituali ancor prima che materiali — sia necessario superare questa condizione:[…] per non farsi hackerare bisognerà patchare le nostre vulnerabilità morali e spirituali, rivolgendo lo sguardo a valori ancestrali e umanistici che abbiamo perso di vista dietro le false promesse globaliste e progressiste: identità culturale e comunitarismo, individualismo e, sì — anche il controllo equilibrato della tecnologia, attraverso una rinnovata spiritualità.
Dio (non) è morto
Il nuovo Superuomo del XXI secolo non è quindi un agente iper-razionale post-illuminista, cioè orientato ad uno scopo funzionale di realizzazione materialistica, ma un individuo che ha riscoperto valori umanistici e spirituali, e che attraverso questi è in grado di mantenere il proprio equilibrio in un mondo in cui la realtà è sempre più fluida, mutevole e falsificabile.
Abbiamo oltrepassato il panismo, il monoteismo, il deismo e addirittura l'ateismo. Ora dobbiamo "resuscitare" Dio — almeno in termini concettuali.
Consapevolezza dello Zeitgeist
Immerso nel flusso dell'Era Digitale, il nuovo Übermensch comprende il contesto storico e culturale in cui vive. È un individuo che abbraccia lo spirito del nostro tempo e inaugura così una nuova era di consapevolezza.
Abbraccia i cambiamenti radicali che arriveranno in queste prime decadi dell’Era Digitale e li farà propri. Grazie alla sua educazione, spirito critico, serenità interiore e conoscenza della tecnologia potrà cogliere le opportunità dell’Era Digitale e mitigarne i rischi. L’Übermensch digitale sarà in grado di raggiungere una perfetta armonia tra mente, anima e corpo (anche bionico).
Filosofo imprenditore e creatore globale
L’Übermensch digitale è un pensatore pratico e un imprenditore filosofo; ciò che Ayn Rand chiamava il “nuovo intellettuale”:
Sono gli uomini e le donne che da tempo hanno ormai perso ogni rispetto per gli standard culturali a cui sono costretti a conformarsi, che nascondono le proprie convinzioni e soffocano le proprie menti, perché pensano di non avere nessuna possibilità contro gli “altri”. I Nuovi Intellettuali sono coloro che faranno un passo avanti e avranno il coraggio di interrompere questo circolo vizioso.
I Nuovi Intellettuali sono coloro che offriranno una nuova visione di esistenza umana in grado di riparare il nostro mondo.
Grazie alla tecnologia, questo nuovo intellettuale estende la sua capacità comunicativa e commerciale oltre ogni confine fisico. È in grado di cogliere le opportunità prometeiche globali delle nuove tecnologie (prima fra tutti l’intelligenza artificiale) e creare così ricchezza slegata da ogni territorio e stato-nazione.
In quanto imprenditore filosofo, il nuovo Übermensch spezza le catene materialistiche, consumistiche e globaliste della società moderna, per ricentrare se stesso e trovare un nuovo equilibrio. È un creatore che usa il proprio intelletto, le sue conoscenze e la tecnologia per migliorare la condizione umana, non per dominarla, superando anche i limiti fisici, biologici e geografici.
Al tempo stesso, rinnega il globalismo politico — che schiaccia ogni diversità, svuota le persone della propria identità e le obbliga a socializzare compulsivamente con individui con cui non condividono alcun valore, portando così a conflitto sociale e alla disgregazione dei rapporti umani e familiari.
Riconosce così l’importanza di tornare a vivere una dimensione comunitaria locale ristretta e riservata, fondata sul valore sociale della philia aristotelica, cioè quella “amicizia” tra individui che deriva dall’affinità culturale e spirituale.
La privacy come teoria del vivere
L’Übermensch digitale considera la privacy come elemento centrale della teoria del vivere. Questo nuovo intellettuale non ricerca privacy per nascondere le sue azioni, ma per proteggere la sua più intima libertà di pensiero e di autodeterminazione e quindi vivere una vita libera, morale e dignitosa.
È un individuo consapevole del fatto che nella realtà digitale, fondata su sistemi informatici che registrano ogni azione e interazione col sistema stesso, ogni azione, anche la più piccola e impercettibile, viene registrata e archiviata per sempre.
Comprende bene che chiunque abbia le capacità tecniche di aggregare e analizzare queste enormi quantità di dati acquisisce un potere quasi divino — o meglio, divinatorio — attraverso cui manipolare il pensiero e le azioni delle persone, plasmare il comportamento di società intere e di alterare sistemi complessi come quello finanziario o democratico.
Per questo, sfrutta tutti gli strumenti a sua disposizione, come la crittografia, per riparare il proprio intelletto e la propria anima dalle aggressioni algoritmiche dell’Era Digitale.
Ritiro interiore e azione
L'Übermensch Digitale sa che gli uomini hanno bisogno di filosofia e saldi valori morali per vivere.
Abbraccia le virtù Stoiche di saggezza, coraggio, giustizia e temperanza, attraverso cui riesce a discernere la propria verità e mantenere l’equilibrio in un mondo dove crisi globali, guerre, disinformazione di massa e censura governativa la fanno da padrone.
Apprezza il minimalismo digitale ed elimina dalla sua vita tutto ciò che non è necessario ai suoi obiettivi, limitando così l’esposizione a sistemi di sorveglianza e algoritmi che mettono a repentaglio la sua libertà di autodeterminazione:
Nessun ritiro è più tranquillo né meno disturbato per l’uomo che quello che trova nella sua anima. — Marco Aurelio
Sarà, infine, un pensatore capace di prendere l’iniziativa e di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, consapevole del fatto che l’Era della delega, dei sindacati, dello stato sociale e delle democrazie rappresentative volge ormai al termine.
Condivido lo scenario descritto, penso che il "riscatto" dell'uomo passi da un misto fra pratiche di "centratura mentale" (meditazione, mindfulness, ecc), pratiche fisiche che ci permettano di riconnetterci con il nostro corpo, e conoscenze filosofiche. La Tecnologia digitale va certamente compresa meglio ed utilizzata con più consapevolezza in modo da potersi muovere nei suo meandri meno corrotti che offrono ancora piccoli squarci di libertà.