Davos è in Svizzera o in Cina?
Il World Economic Forum e i "leader" che ogni anno si riuniscono a Davos sono ammaliati dal modello cinese: sorveglianza e controllo totale del pensiero e del mondo digitale.
Per anni la Cina è stata un totem di tutte le nostre paure. Nel corso del tempo ha assunto la forma di mostro mangia-bambini, di distruttore collettivista, di censore totalitario, e di Grande Fratello che tutto può e tutto vede.
“Non siamo mica in Cina”; “In Cina queste cose non potresti neanche scriverle”; “Se non ti piace l’europa vai in Cina, vediamo che succede”.
Sono alcune delle cose che mi sono state dette personalmente da chi, per l’appunto, ancora oggi usa la Cina come benchmark per tutto ciò che riguarda in generale la violazione della libertà delle persone. Eppure, oggi assistiamo a un fenomeno peculiare: lo spostamento occidentale verso i modelli di governo cinesi.
Il primo e più palese esempio di questo peculiare “odi et amo” è certamente l’idea di lockdown, folle invenzione cinese che i nostri politici hanno abbracciato in tempo zero nel corso di questi due anni.
Lo spauracchio Covid ha poi creato i presupposti psicologici e sociali per spingere il green pass e tutta una serie di misure di sorveglianza parallele: dai droni in cielo, fino ad arrivare alla geolocalizzazione delle persone malate di covid e alla raccolta di dati biometrici per finalità non meglio specificate, fino alla velocissima diffusione di telecamere ad altezza uomo e termoscanner - molto spesso equipaggiati con riconoscimento facciale.
In questo contesto politico non stupisce che a Davos, ritrovo annuale del World Economic Forum si sia parlato di molti temi che ricordano da vicino la Cina, che sembra sempre meno lontana…
La Global Coalition for Digital Safety
Da tempo ci raccontano che internet è un luogo poco sicuro, pieno di fake news e disinformazione, di terroristi, pedofili e criminali di ogni tipo.1 Ecco perché tra i protagonisti del forum di Davos quest’anno troviamo la “Digital Safety”, una buzzword che racchiude l’idea dietro a tutte le nuove leggi occidentali sul controllo di Internet.
Il World Economic Forum, sempre in prima linea, ha creato una “Global Coalition for Digital Safety” che ha lo scopo di coordinare uno sforzo globale per combattere la disinformazione. A giugno 2021 la Coalizione ha proposto un whitepaper dal titolo “Advancing Digital Safety: A Framework to Align Global Action”, contenente raccomandazioni su come gestire il tema della digital safety attraverso uno sforzo globale e coordinato.
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