Cyber Hermetica (IT)

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Caspariae perpetua et firma Libertas

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La repubblica libera che sfidò gli imperi — e che oggi sussurra un sentiero verso la cripto-sovranità.

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Cyber Hermetica 𐀏
Nov 05, 2022
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Caspariae perpetua et firma Libertas
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In Italia, tra le colline dell’Umbria e della Toscana, un piccolo errore cartografico diede vita a uno dei più affascinanti glitch politico-esistenziali della storia moderna.

Per quasi quattro secoli, dal 1440 al 1826, 330 ettari di terra vissero al di fuori dello Stato. Nessuna legge scritta. Nessun re, nessuna guardia, nessuna tassa. Solo tabacco, fede e libero scambio. Questa era la Repubblica di Cospaia: un fork dimenticato di un sistema proto-anarchico da cui possiamo ancora imparare molto.

Nel cuore dell’Italia centrale, dove le mappe sfumano e le giurisdizioni si aggrovigliano come radici, c’era un villaggio che non apparteneva a nessuno. Letteralmente. Né al Papa né ai Medici, che governavano Firenze. Un errore di confine, due fiumi vicini con lo stesso nome, scambiati per uno solo. Né i Medici né il Papa ritennero valesse la pena litigare per quel piccolo fazzoletto di terra. Il risultato fu un vuoto giuridico dove la libertà mise le sue radici.

Dal 1440 al 1826, il popolo di Cospaia visse come un fantasma nel sistema. Sudditi di nessuno. Cospaia era una zona franca premoderna dove il valore personale si misurava nei raccolti, nella qualità del tabacco e nell’abilità nel commerciare — legalmente o meno — con i paesi vicini. E incisa nella pietra, la loro eterna massima, leggibile ancora oggi:

“Caspariae perpetua et firma Libertas.”

Cospaia fu un’anomalia storica che oggi, nell’epoca delle criptovalute e delle reti distribuite contro i governi-panottico, risuona come una rivelazione.
Una storia dimenticata che può aiutarci a comprendere il presente — e ciò che potrebbe arrivare.

Ma cominciamo dall’inizio.

24 febbraio 1440. Viene firmato un concordato papale tra Papa Eugenio IV e la Repubblica di Firenze. La Chiesa, schiacciata dai debiti, fu costretta a vendere porzioni di territorio alla famiglia Medici, che controllava Firenze. Funzionari di entrambe le parti furono inviati a tracciare i nuovi confini, armati di istruzioni e mappe. Dovevano semplicemente seguire il corso del fiume “Rio”. Un lavoro semplice, in teoria.

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