X è il social con più disinformazione

Ed è una buona notizia.

L'articolo descrive il delicato rapporto tra censura e disinformazione su X, la piattaforma social con il più alto rapporto post:disinformazione. L'UE critica X per questo, ma nell’articolo vediamo invece come la minore censura possa rendere X un'arena epistemologica vitale per la libera diffusione delle informazioni, per preservare il pensiero critico e contrastare l’egemonia delle informazioni.

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Vera Jourova, commissario per i valori e la trasparenza dell'Unione Europea, ha affermato in una conferenza stampa che X è il social con il rapporto più alto tra post e contenuti di disinformazione. Il social di Musk è recentemente anche uscito dall’Anti-disinformation Code promosso dall’Unione Europea — a cui invece partecipano altri social come Facebook, Google, YouTube, TikTok or LinkedIn.

Perché all’Unione Europea interessa così tanto “combattere la disinformazione”?

È presto detto e non ne fanno mistero: “the upcoming EU elections next year, are particularly relevant, because the risk of disinformation is particulary serious”. Arrivano le elezioni, e tutti sono preoccupati di fare bella figura; che in altre parole significa controllare l’informazione pubblica per evitare fastidiosi colpi di scena.

Il Digital Services Act¹ è l’arma prescelta dal legislatore europeo per assicurarsi che le elezioni del prossimo anno filino via lisce come l’olio e che le più grandi piattaforme social non ospitino pericolose opinioni in grado di “indebolire la nostra democrazia”.

Non ci stupisce allora che i vari commissari europei, tra cui anche Thierry Breton², il papà del Digital Services Act, se la prendano con X — la pecora nera dei social network.

X è un’arena epistemologica

Forse è vero che il rapporto tra disinformazione³ e post è su X più alto rispetto alle altre piattaforme. È anche vero che non esiste un altro social network come X, che è a tutti gli effetti un’arena epistemologica.