Il tuo rituale settimanale per decifrare il linguaggio mutante dell’era digitale: intuizioni occulte, cut-up tecnologici e schegge di un orizzonte cyber. Immergiti, riformattati.
SCHIZOHIGHLIGHTS, by
Flash semiotici, pensieri e riflessioni personali della settimana.
Papà, c’è un mostro nel mio tablet
Diventare papà, oltre a cambiare pannolini e godersi dei gran sorrisoni sdentati, significa anche prendere decisioni, talvolta in apparenza innocue, che avranno un impatto sulla salute psicofisica di un altro esserino umano. Significa anche iniziare a notare cose che prima passavano inosservate.
Sempre più spesso vedo genitori (perlopiù Millennials, aimhé) lasciare nelle mani dei loro infanti (tra i 2 e 6 anni) tablet o smartphone, sistematicamente aperti su YouTube. Il risultato? Pianti e urla quando lo schermo viene tolto, come se staccarsi provocasse un dolore insopportabile.
Così, incuriosito, ho iniziato ad approfondire qui e lì, per capire cosa ci fosse d’interessante su YouTube per bambini così piccoli.
Tra i miei ricordi d’infanzia ci sono tanti cartoni animati giapponesi trasmessi da qualche TV locale, probabilmente inadatti alla mia tenera età: Heidi, Ken Shiro, I Cavalieri dello Zodiaco, Ranma 1/2, City Hunter, Cinque Samurai (di cui ricordo ancora la sigla). Poi all’alba dei 10-12 anni fu la volta di Dragon Ball. Trent’anni fa non c’era molto altro in TV per i bambini. Beh, pare che oggi l’industria dell’intrattenimento infantile sia tarata su tutt’altro tipo di contenuti.
Uno in particolare, Cocomelon, sembra particolarmente gradito specialmente nel mondo anglosassone. Il canale è seguito da più di 188 milioni di iscritti: numeri impressionanti per un prodotto che qualitativamente parlando sembra pessimo. Animazioni dozzinali, musichette fastidiose, velocissimi e continui cambi di scena, colori così sgargianti che servirebbero gli occhiali da sole per guardarlo.
Eppure, il segreto è proprio questo. Cercando nel web, un articolo del NY Times del 2022 conferma i sospetti: è tutto progettato a tavolino.
Tre adulti si trovano fuori da una porta chiusa, osservando un bambino piccolo che guarda la televisione. Uno di loro studia uno schermo di computer che mostra una diretta video da una telecamera puntata sul bambino. È il giorno della ricerca sugli spettatori presso Moonbug Entertainment, l'azienda londinese che produce 29 dei programmi per bambini online più popolari al mondo, disponibili su oltre 150 piattaforme in 32 lingue — e che ha totalizzato 7,8 miliardi di visualizzazioni su YouTube solo a marzo. Una volta al mese, i bambini vengono portati qui, uno alla volta, e gli vengono mostrati alcuni episodi per capire esattamente quali parti dei programmi li coinvolgono e quali li fanno disinteressare.
Per chiunque abbia più di 2 anni, il team utilizza uno strumento dal nome ironico: il Distractatron. Si tratta di un piccolo schermo televisivo, posizionato a pochi metri da quello più grande, che riproduce un loop continuo di scene banali del mondo reale — una persona che versa una tazza di caffè, qualcuno che si fa tagliare i capelli — ciascuna della durata di circa 20 secondi. Ogni volta che un bambino distoglie lo sguardo dal programma di Moonbug per dare un’occhiata al Distractatron, viene presa nota.
A differenza dei cartoni animati tradizionali, quelli prodotti da aziende come Moonbug Entertainment non sono creati da artisti, disegnatori e sceneggiatori.
Sono invece progettati da squadre di data scientists che analizzano ogni reazione dei bambini per ottimizzare video progettati per rapire la loro attenzione e aumentare la produzione di dopamina. Droga algoritmica.
L’effetto è simile a ciò che provano gli adulti quando s’immergono in sessioni di doom scrolling su piattaforme come TikTok o Instagram, con algoritmi e contenuti progettati proprio per spingere il cervello a sviluppare una sorta di dipendenza verso lo schermo. L’obiettivo è lo stesso: catturare l’attenzione dell’utente, aumentare il tempo di visualizzazione e monetizzare il più possibile — ogni secondo che passa. E proprio come accade per il doom scrolling, anche questi cartoni animati, se così vogliamo chiamarli, non finiscono mai. Al termine di un video l’algoritmo sarà sempre pronto a proporne un altro, senza fine.
Non so che effetti possa avere l’assunzione di questa droga algoritmica su menti giovanissime e ancora in formazione, ma so che le reazioni scomposte dei bambini al momento del distacco forzoso e la quotazione di Moonbug Entertainment a ben 3 miliardi di dollari non mi fanno ben sperare.
Essere genitori nell’Era Digitale significa anche questo: approcciarsi con consapevolezza e responsabilità agli strumenti e contenuti digitali che diamo in mano ai nostri figli. Siamo noi che dobbiamo proteggerli dai mostri algoritmici, nello stesso identico modo in cui li proteggeremmo dai mostri reali.
ECHOES
Saggezze filosofiche, esoteriche e storiche; echi eterni che riverberano dal passato.
Un padre è una macchina che cela la realtà, una macchina per servire bugie ai figli, e questo non è nemmeno il peggio: segretamente crede di rappresentare la realtà.
— Yukio Mishima
RETROWAVE
Visioni dal passato: frammenti dalla mailing list cypherpunk e degli scritti della cybernetics culture research unit, tradotti in italiano. Dal 1992 al 2003.
Genesi del neolemurianesimo, parte 2
Vysparov aveva cercato Burroughs per il suo evidente interesse nella convergenza tra stregoneria, sogni e narrativa. Negli anni immediatamente successivi alla guerra, Vysparov aveva convocato il cosiddetto Cthulhu Club per indagare sulle connessioni tra la narrativa di H. P. Lovecraft, la mitologia, la scienza e la magia, ed era in una fase del processo di formalizzazione della costituzione della Miskatonic Virtual University (MVU), un'aggregazione informale di teorici non convenzionali il cui lavoro poteva, in senso lato, essere definito con connotazioni "lovecraftiane". L'interesse per la narrativa di Lovecraft era motivato dal fatto che esemplificava la pratica dell'iperstizione, un concetto elaborato e intensamente dibattuto sin dalla fondazione del Cthulhu Club. In modo approssimativo, il termine si riferisce a "finzioni che si rendono reali".
Kaye attirò l'attenzione del CCRU sulla descrizione dei virus di Burroughs in Ah Pook is Here: "E cos'è un virus? Forse semplicemente una serie pittorica, come i glifi egizi, che si rende reale" (AP 102). I documenti lasciati da Kaye al CCRU includevano una copia di questa pagina del testo di Ah Pook, con queste due frasi – in corsivo nel testo originale – pesantemente sottolineate. Per Kaye, l'eco del linguaggio di Vysparov era una "prova inequivocabile" dell'influenza del russo sull'opera di Burroughs dopo il 1958. Indipendentemente dal fatto che ciò fosse vero o meno, tali passaggi indicano che Burroughs, come Vysparov, era interessato alle relazioni "iperstizionali" tra scrittura, segni e realtà.
Nel modello iperstizionale delineato da Kaye, la finzione non è opposta al reale. Piuttosto, la realtà è intesa come composta di finzioni – terreni semiotici coerenti che condizionano risposte percettive, affettive e comportamentali. Kaye considerava il lavoro di Burroughs "esemplare della pratica iperstizionale". Burroughs concepiva la scrittura – e l'arte in generale – non esteticamente, ma funzionalmente, vale a dire magicamente, con la magia definita come l'uso di segni per produrre cambiamenti nella realtà.
Kaye sosteneva che non fosse "affatto accidentale" che l'equazione di Burroughs tra realtà e finzione fosse stata ampiamente accettata solo nel suo aspetto negativo – come una forma di scetticismo ontologico "postmoderno" – piuttosto che nel suo senso positivo, come un'indagine sui poteri magici dell'incantazione e della manifestazione: l'efficacia del virtuale. Per Kaye, l'assimilazione di Burroughs al postmodernismo testuale costituiva un deliberato atto di "sabotaggio interpretativo", il cui scopo era quello di defunzionalizzare gli scritti di Burroughs trasformandoli in esercizi estetici di stile. Lungi dal costituire una sovversione del realismo rappresentativo, la celebrazione postmoderna del testo senza referente non fa che portare a compimento un processo iniziato dal realismo rappresentativo. Il realismo rappresentativo separa la scrittura da qualsiasi funzione attiva, relegandola al ruolo di riflessione, anziché di intervento, sul mondo. È un passo breve verso una dimensione di pura testualità, in cui l'esistenza di un mondo indipendente dal discorso viene completamente negata.
Secondo Kaye, le metafisiche delle finzioni "chiaramente iperstizionali" di Burroughs possono essere nettamente contrastate con quelle del postmodernismo. Per i postmodernisti, la distinzione tra reale e irreale non è sostanziale o viene considerata irrilevante, mentre per i praticanti dell'iperstizione, differenziare tra "gradi di realizzazione" è cruciale. Il processo iperstizionale attraverso il quale gli enti "si rendono reali" è precisamente un passaggio, una trasformazione, in cui potenziali – virtualità già attive – si realizzano. La scrittura non opera come una rappresentazione passiva, ma come un agente attivo di trasformazione e un portale attraverso cui gli enti possono emergere. "Scrivendo un universo, lo scrittore rende possibile tale universo" (WV 321).

DIGITAL GRIMOIRE
Tecniche operative, consigli e approfondimenti di OpSec, Cybersec, OSINT e IA per dominare l’era digitale.
Perplexity: oltre le keywords
I giorni in cui cercavamo informazioni online tramite keywords sgangherate stanno quasi per giungere alla fine, grazie all’avvento di motori di ricerca con la capacità di comprendere il linguaggio naturale e rispondere alle domande degli utenti in modo contestualizzato, piuttosto che fornire semplicemente link a pagine web.
Uno di questi è Perplexity, di un’azienda fondata nel 2022 da ex ricercatori di OpenAI. Perplexity usa tecnologie di elaborazione del linguaggio naturale per interagire con gli utenti. La differenza tra Perplexity e un assistente come chatGPT o Gemini è che quest’ultimo integra anche le funzioni tipiche di un motore di ricerca. Per ogni richiesta avremo così sia una risposta da parte di Perplexity, che diversi link alle fonti usate per generarla.
Dopo aver ricevuto i primi risultati della ricerca, è anche possibile approfondire tramite ulteriori domande, ricevendo così maggiori specificazioni e fonti più approfondite. Questo in teoria dovrebbe aiutare l’utente a ottenere informazioni più utili, anche se molto dipende dalle domande fatte.
Lo strumento è particolarmente utile per chi ha bisogno di ricercare spesso notizie e informazioni online e ottenere velocemente un commento alle fonti che vengono proposte. Combinandolo con una ricerca mirata sui motori di ricerca tradizionale permette di scandagliare in modo approfondito il web alla ricerca d’informazioni precise, risparmiando anche molto tempo.
SYMBOLS
Meme, immagini e simboli visivi che decodificano la schizofrenia dell’era digitale.
SUBNET
Voci dalla rete: articoli e contenuti letti e scelti per ispirare.
Saturn Rising, di
. Una riflessione forte sull’inevitabilità del tempo e dei suoi effetti sulle macchinazioni umane. La società occidentale non si sta semplicemente disintegrando, ma svuotando dall’interno. I social media, un tempo celebrati come strumenti di connessione, sono diventati una cacofonia di voci, ognuna che grida nel vuoto. La disinformazione genera apatia, la verità viene resa priva di significato, e l'individuo, spogliato di scopo, vaga senza legami nell'abisso digitale.Hai già letto l’ultima su Cyber Hermetica?
Alla prossima settimana per un nuovo appuntamento di Sunday’s Schizophrenization