Ogni domenica mattina, Sunday’s Schizophrenization
SCHIZOHIGHLIGHTS, by
Flash semiotici, pensieri e riflessioni personali della settimana.
Luigi e Lilly, due facce dell’algocapitalismo autodistruttivo
Le storie che più mi hanno colpito in questi giorni riguardano due persone molto diverse tra loro: Luigi Mangione e Lilly Phillips. Due storie e due persone che apparentemente non hanno nulla a che fare tra loro, ma che invece secondo me costituiscono due poli opposti dello stesso contesto. Oppure potrebbe essere tutto nella mia testa.
Luigi Mangione è il protagonista dell’omicidio del CEO della UnitedHealthcare, una tra le più grandi corporazioni statunitensi per quanto riguarda l’ambito assicurativo sanitario. Le motivazioni che l’hanno portato a sparare al CEO sono quelle scritte nel suo breve “manifesto”:
“Francamente, questi parassiti se lo sono semplicemente meritato. Un promemoria: gli Stati Uniti hanno il sistema sanitario più costoso al mondo, eppure ci classifichiamo intorno al 42° posto per aspettativa di vita.
"United è la [indecifrabile] più grande azienda negli Stati Uniti per capitalizzazione di mercato, dietro solo ad Apple, Google e Walmart. È cresciuta e cresciuta, ma [è] aumentata anche la nostra aspettativa di vita?
"No, la realtà è che questi [indecifrabile] sono semplicemente diventati troppo potenti e continuano ad abusare del nostro paese per un immenso profitto perché il pubblico americano ha permesso loro di farla franca."
Pare che Luigi avesse avuto brutte esperienze con UnitedHealthcare, decidendo così di fare qualcosa che a suo avviso potesse scuotere le coscienze e la società. Luigi è un fan di Ted Kaczinsky, l’uomo passato alla storia come Unabomber di cui ho spesso parlato. Commentava così il suo manifesto: "È facile liquidare rapidamente e senza riflettere questo come il manifesto di un lunatico, per evitare di affrontare alcuni dei problemi scomodi che identifica. Ma è semplicemente impossibile ignorare quanto siano risultate profetiche molte delle sue previsioni sulla società moderna".
Il manifesto di Ted è sostanzialmente un saggio sull’impatto della tecnologia sulla società e sulla vita degli individui. È alla tecnologia che Ted guarda come capro espiatorio per i malanni moderni. Alla tecnologia e al capitalismo senza faccia che nasce proprio dai fenomeni tecnologici post-industriali.
Luigi, come Ted, si è probabilmente reso conto delle logiche asfissianti che ci opprimono, e come Ted ha deciso che l’unica soluzione per evadere — o cercare di spronare le persone a evadere — era un atto di estrema violenza.
Dall’altra parte abbiamo Lilly Phillips. Lei è la protagonista di una storia decisamenet diversa da quella di Luigi. È diventata virale per aver organizzato una particolare sfida con se stessa: fare sesso con 100 uomini in un giorno. La sfida è anche oggetto di un documentario in cui Lilly racconta la sua esperienza con un misto di emozioni non esattamente positive. Online lo schieramento è netto: da una parte i “poverina”; dall’altra i “se l’è cercato”. Sono ovviamente posizioni fini a se stesse, poiché Lilly ha ottenuto esattamente ciò che voleva ottenere: diventare virale.
Lilly dimostra alla perfezione la tesi di Ted: “Il sistema industriale-tecnologico potrebbe sopravvivere o potrebbe crollare. Se sopravvive, POTREBBE eventualmente raggiungere un basso livello di sofferenza fisica e psicologica, ma solo dopo essere passato attraverso un lungo e molto doloroso periodo di adattamento e solo al costo di ridurre permanentemente gli esseri umani e molti altri organismi viventi a prodotti ingegnerizzati e semplici ingranaggi della macchina sociale. Inoltre, se il sistema sopravvive, le conseguenze saranno inevitabili: non esiste alcun modo di riformare o modificare il sistema per impedirgli di privare le persone della dignità e dell'autonomia.”
Luigi combatte il sistema cercando di smascherare e uccidere il suo volto disumano, mentre Lilly lo celebra, aderendo a una logica dove la fama e il ritorno economico che ne deriva giustificano qualsiasi sacrificio personale. Luigi ha deciso di compiere un atto di estrema violenza verso il prossimo per scuotere le coscienze nei confronti del sistema depravato, Lilly ha invece compiuto un gesto di estrema violenza verso se stessa per venerare e reiterare il sistema depravato. La "violenza" non è solo fisica; è simbolica, sociale e, nel caso di Lilly, quasi memetica.
Qualche femminista incallita potrebbe dire che è una donna emancipata, e se vuole fare sesso con cento o mille persone in un giorno può farlo. Yaas gurl! In verita, incarna l’ingranaggio nella macchina sociale, che svolgendo la sua funzione semiotica (propagazione del messaggio) sacrificando se stessa (la propria dignità) al Dio Algoritmo che presto la dimenticherà — così come dimenticherà anche Luigi.
Le due storie suggeriscono che in un mondo dominato dal sistema tecnologico-algocapitalistico ogni risposta umana, anche la più estreme e apparentemente “fuori dagli schemi”, tende a essere intrappolata in dinamiche di auto-distruzione o di asservimento al sistema stesso.
Forse il vero punto di rottura risiede in una terza via: rifiutare la dicotomia violenza/sottomissione. Immaginare un modo di essere che non sia né ribellione distruttiva né adesione al sistema, ma una sorta di sottrazione creativa.
Remember Pi.
ECHOES
Saggezze filosofiche, esoteriche e storiche; echi eterni che riverberano dal passato.
La corruzione del piacere e del dolore
Dove c'è l'Anima, lì c'è anche la Mente; proprio come dove c'è Vita, lì c'è anche l'Anima. Ma nelle vite irrazionali la loro anima è vita priva di mente; poiché la Mente è l'operatore interno delle anime degli uomini per il bene — Egli agisce su di esse per il loro stesso bene. Nelle vite irrazionali Egli coopera con la natura propria di ciascuna; ma nelle anime degli uomini Egli agisce contro di esse. Perché ogni anima, quando si incarna, è istantaneamente corrotta dal piacere e dal dolore. Infatti, in un corpo composto, proprio come i succhi fermentano, così dolore e piacere ribollono, e in essi l'anima, entrando, è immersa. — Corpus Hermeticum, About The Common Mind
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RETROWAVE
Visioni dal passato: frammenti dalla mailing list cypherpunk e degli scritti della cybernetics culture research unit, tradotti in italiano. Dal 1992 al 2003.
Pointing out the obvious…
From: cypherpunks@MHonArc.venona
Date: Fri, 25 Sep 92 16:27:24 PDT
To: cypherpunks@toad.com
Subject: Pointing out the obvious....
Message-ID: <199209252326.AA19540@well.sf.ca.us>
MIME-Version: 1.0
Content-Type: text/plain
Ehi, ragazzi...
Non vorrei sottolineare l'ovvio, ma quando menzionate un certo schema per il trasferimento sicuro (3 lettere, indovinate), o una certa organizzazione dedicata a impedirne l'accesso pubblico (di nuovo 3 lettere, indovinate ancora),
LORO LO LEGGONO.
Chiaro? Ho reso l'idea?
Se non l'ho fatto, ci cancelleremo da questa lista alla velocità della luce.
Fine del discorso,
OS Corp.
From: not_root@nowhere.com
Date: Fri, 25 Sep 92 17:27:32 PDT
To: cypherpunks@toad.com
Subject: Hints
Message-ID: <9209260027.AA08573@atdt.org>
MIME-Version: 1.0
Content-Type: text/plain
La maggior parte del traffico internet viene comunque archiviata (e successivamente analizzata con comandi tipo Grep).
Se siete davvero così preoccupati, avremmo dovuto parlare in aramaico tutto questo tempo, oppure usare e-mail crittografate (anche se sono certo che il traffico contenente la stringa "crypt" attiri altrettanta attenzione, e la maggior parte dei messaggi su questa mailing list ha già violato questo principio).
Sono curioso di vedere l'aggiunta di PGP ai remailer.
— Preoccupato, ma non del tutto paranoico al riguardo.
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Il 2025 — Prima Parte: Welcome, my son, welcome to the machine, by . Non mi interessa se non “credi” all’astrologia, e non dovrebbe interessare neanche a te. Una disamina analitica di cosa ci potrebbe attendere il prossimo anno con l’aiuto dei pianeti. Non lo condivido perché “credo” nell’astrologia (onestamente, non ne capisco nulla) e non c’è nulla in cui credere, è un campo del sapere umano come tanti altri. Lo condivido perché mi fido delle intuizioni di Brenda. Se tu ti fidi delle mie, dacci una letta. Approfondimento lungo e complicato da masticare a più riprese… o con l’aiuto di NotebookLM per arrivare a una sintesi interattiva.
Why I am Christian again, by . Un articolo con una narrazione coinvolgente, che attraverso esperienze personali racconta dei sette stati della “coscienza” umana. Mi ritrovo in tutto ciò che ha scritto e benché le mie esperienze personali siano chiaramente diverse, trovo che il mio percorso sia coerente con quello descritto dall’autore. Io stesso sono stato per diverso tempo “bloccato” nel “quinto” stato di coscienza: l’oggettività (innamorato di Ayn Rand e della scuola austriaca). Non credo di essere Cristiano, seppur io oggi abbracci molti degli insegnamenti Cristiani. La lezione è: mai fermarsi, tutto è fluido, tutto è un frattale — ma soprattutto: i meme sono metafore reali della realtà.
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