Ogni domenica mattina, Sunday’s Schizophrenization
SCHIZOHIGHLIGHTS, by
Flash semiotici, pensieri e riflessioni personali della settimana.
Sisifo e la Jihad Butleriana
Questa settimana mi sono trovato a riflettere sul pensiero di tre scrittori/autori con idee sostanzialmente diverse sulla natura della tecnologia e il futuro dell’umanità: Slavoj Žižek, Nick Land e Frank Herbert.
Žižek è un critico del marxismo: vede la tecnologia come estensione del Capitale e del dominio ideologico. Per lui la singolarità tecnologica è un mito; una una fantasia usata per evitare il confronto con i problemi reali dell’umanità. Ritiene che la tecnologia debba essere subordinata a una visione collettiva (come Marx) e umanista, anche se riconosce che questa viene invece usata dal capitalismo per perpetuarsi. La mia idea è diversa, è la tecnologia che usa il capitalismo per realizzare e perpetuare se stessa, ma avrò occasione di discuterne in un altro momento.
Land è lo schizo-filosofo oscuro del capitalismo di cui vi ho già parlato in alcuni approfondimenti sul Ccru. Lui, massimo accelerazionista, vede nella accelerazione tecnologica non un problema distopico ma una soluzione. Per Nick Land lo sviluppo tecnologico e capitalistico è un processo che conduce oltre l’umano verso un futuro cibernetico e post-umano. Secondo Land la biologia è un limite alla diffusione e distribuzione dell’intelligenza nel cosmo, e quindi è inevitabile una fusione tra intelligenza e tecnologia, per superare questi limiti.
Herbert è l’autore di Dune, un incredibile romanzo di fantascienza che somiglia molto a un onirico manifesto umano dal futuro. L’universo immaginato da Herbert ha alla sua base la “Butlerian Jihad” : una guerra sacra contro l’intelligenza artificiale, caratterizzata dal rifiuto della tecnologia in quanto forza disumanizzante. Nel mondo di Dune l’addestramento umano mentale, fisico e spirituale — insieme a un pizzico di eugenetica — sostituisce le macchine, i computer e l’intelligenza artificiale.
Land e Herbert sono agli antipodi; Žižek invece è nel mezzo, ricadendo (secondo me) nello stesso errore di Marx, nel tentativo di controllare l’evoluzione tecnologica.
Per me, la tecnologia è l’impalcatura con cui l’umanità prova a spezzare le catene della propria condizione terrena, superando limiti biologici, fisici e persino metafisici. È il nostro masso di Sisifo, un peso che continueremo a spingere in salita senza sosta, anche se voci come quelle di Ted, Marx o Žižek tenteranno di convincerci che possiamo fermarci o cambiare strada.
Il capitalismo, in tutto questo, è un sottoprodotto: l’accentramento del capitale funge da leva psicologica e motore d’accelerazione, perché il capitale non opera solo sulla materia, ma sul tempo stesso, piegandolo come una forza gravitazionale.
È un destino escatologico al quale non possiamo sottrarci. Meglio allora imparare le regole del gioco, cercando di non finire schiacciati dal masso. Penso che Land e Herbert abbiano entrambi ragione, ma in tempi diversi. Land è l’inizio della fine; Herbert è la rinascita dopo la fine.
ECHOES
Saggezze filosofiche, esoteriche e storiche; echi eterni che riverberano dal passato.
Quelli che seminano
Quelli che seminano d’inverno raccolgono d’estate: l’inverno è il mondo, l’estate è l’altro eone.
Seminiamo in questo mondo, per poter raccogliere nell’estate. Perciò conviene che non preghiamo durante l’inverno: dopo l’inverno vi è l’estate.
Colui che raccoglierà d’inverno in realtà non raccoglierà, ma soltanto strapperà: in questo genere di cose non vi è altro modo di ottenere il raccolto.
Non soltanto adesso non porterà alcun frutto, non soltanto non uscirà, ma anche nel sabato il suo campo sarà infruttuoso.
— Vangelo di Filippo
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RETROWAVE
Visioni dal passato: frammenti dalla mailing list cypherpunk e degli scritti della cybernetics culture research unit, tradotti in italiano. Dal 1992 al 2003.
Y2paniK, Ccru Writings 1997-2003
On receiving an interrupt, decrement the counter to zero. - William Gibson, Count Zero
La mania del millennio raggiunge un certo apice nella “sindrome di Gerusalemme,” che manifesta l’escatoturismo come un elemento nel compimento programmatico delle profezie.
Mentre i tele-evangelisti negli Stati Uniti esortano gli spettatori a vendere tutti i loro beni e a riversarsi a Gerusalemme, e viene promessa una benedizione papale a coloro che visiteranno la Terra Santa all’inizio del nuovo millennio, l’ente turistico israeliano, le forze di sicurezza e la professione psichiatrica si preparano all’arrivo di fino a tredici milioni di pellegrini cristiani.
Si prevede con fiducia un tasso anormalmente elevato di disturbi psicotici, forse seguito da episodi di suicidi di massa tra i credenti disillusi.
A Megiddo stanno progettando lo spettacolo di suoni e luci definitivo, che includerà mostri-rana, il più grande terremoto della storia e grandine tossica dal cielo (Apocalisse 16:16).
Visioni così incendiarie si intrecciano perfettamente con le tensioni regionali già esistenti. In preparazione al Millennio, vari gruppi ebraici e cristiani stanno complottando per demolire la Moschea di Al-Aqsa e la Cupola della Roccia. Questo atto è considerato il preludio necessario alla ricostruzione del Terzo (e ultimo) Tempio di Salomone, che porrebbe le fondamenta materiali per la Nuova Gerusalemme e indurrebbe l’avvento del Messia (completamento dell’Oicumene).
Nel frattempo, l’infotecnica viene portata nel proprio spasmo millenario dal Y2K (Millennium bug), tornando a 00 e cancellando digitalmente il ventesimo secolo (riducendo i dati a MMbo-jumbo). Poiché le date del Cyberspazio non possono contare oltre il 99, hanno installato surrettiziamente il primo calendario intrinsecamente apocalittico della storia, prodotto inconsciamente all’interno di un registro elettronico planetario, con partenza dall’Anno Zero (= 00). Lo Y2K si condensa dall’inconscio meccanomico e dalle sue funzioni calcolatrici non arbitrarie, testimoniando un delirio decimale grezzo, indifferente ai credo.
L’escatologia post-tribolazionista scivola senza attrito nello Y2K survivalism, orientando il suo volatile mix di accumulo di scorte, attività di micro-milizie, tecnofobia e teologia apocalittica verso le dinamiche auto-realizzanti della minaccia millenaria. La risposta preventiva produce realtà (il panico è creazione).
Più ne sai, peggio sembrerà.
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Con questi accorgimenti potrai migliorare sensibilmente la tua difesa contro le minacce specifiche più diffuse, mantenendo il controllo sui tuoi dati e sulle tue attività.
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La maledizione della Teoria dei Giochi, di
. Un articolo che mette in discussione la Teoria dei Giochi di Von Neumann e Morgenstern, partendo da questa riflessione: “gli stessi teorici riconoscono che l'intero funzionamento del loro modello si basa sul presupposto che siamo governati da un comportamento razionale ed egoistico, e che si sentono sicuri di questo assunto poiché la realtà ha apparentemente confermato loro questo fatto. Ma se questo gioco non rispecchiasse oggettivamente una rappresentazione veritiera di noi? E se invece questo gioco fosse stato usato come uno strumento di condizionamento, una profezia che si autoavvera, un circuito di feedback positivo?”. Una prospettiva interessante che mi ha convinto nella sua morale: rompere le regole del gioco, per quanto queste possano sembrare convincenti.Dentro lo Zeitgeist di Ferro, di
. È una battaglia: forse non conta quale sentiero prendi - quale filosofia religiosa o hack spirituale usi per riprogrammarti - ma come ti muovi in questo labirinto. Come gestisci questa metamorfosi continua, questo sovraccarico di dati: rigido come un militare? Come un hippie? Come uno schizofrenico? Uno scritto più onirico del solito della mia substacker preferita, che però racchiude riflessioni sul significato della gnosi nel mondo contemporaneo. Senti anche tu questo crescente e inesorabile bisogno di evadere?Hai già letto l’ultimo approfondimento su Cyber Hermetica?
Alla prossima settimana per un nuovo appuntamento di Sunday’s Schizophrenization
Grazie per la citazione.