Ciao, io sono Matte. Professionista della privacy e cybersecurity di giorno, schizo-cyberoccultista di notte. Ogni domenica ti porto una dose di schizofrenia digitale, mischiando insieme riflessioni sull’Era Digitale, echi dal passato e consigli di sicurezza e tecnologia. Se ti piace questo, ti piacerà anche tutto il resto di Cyber Hermetica!
⚡ SEMIOTIC FLASHES
Riflessioni settimanali personali. Decifrare il significato, un flash alla volta.
Vibe coding e coreografie cibernetiche
C’è un nuovo modo di sviluppare software: si chiama vibe coding. Così lo definisce Andrej Karpathy, ex Direttore del dipartimento AI di Tesla ed ex sviluppatore in OpenAI.
Lontano dall’approccio tradizionale e razionale della programmazione strutturata, il vibe coding abbraccia un flusso di lavoro intuitivo e fluido, interamente mediato da LLM (modelli linguistici di grandi dimensioni come ChatGPT). Emblematica la sua affermazione: “the hottest new programming language is English”.
Andrej usa strumenti come Cursor Composer e SuperWhisper per parlare direttamente con l’IA e generare, modificare e correggere il codice senza toccare la tastiera. Come un compositore, o uno stregone, che con la forza della sua voce e delle sue formule magiche riesce a creare realtà virtuali.
Il suo vibe coding porta il flusso di coscienza ai suoi limiti. Nonostante sia uno sviluppatore esperto, dice di accettare sempre tutte le modifiche suggerite dall’IA, senza neanche leggere il codice. Se ci sono errori, non fa altro che copiarli e incollarli nel prompt, lasciando che l’IA risolva il problema.
Per quanto possa sembrare divertente, il vibe coding non può ancora essere un approccio professionale allo sviluppo software.
Come alcuni hanno fatto notare, l’accumulo di codice generato in questo modo porta alla creazione di codice monolitico, complesso e difficile da mantenere. Il codice diventa così intricato che per essere utilizzabile a livello professionale richiederebbe un refactoring lungo e complesso — cioè un processo di riorganizzazione e riscrittura per renderlo più pulito e snello.
Anche questo però potrebbe essere un problema superabile dall’IA: se il vibe coding prendesse piede, emergerebbero presto sul mercato agenti IA iper-specializzati, dedicati esclusivamente al refactoring. In altre parole, in un prossimo futuro l'IA non solo scriverà codice, ma sarà anche in grado di ristrutturarlo automaticamente, trasformando così lo sviluppo di codice in un puro processo di co-creazione con l’IA.
È interessante notare che sviluppatore e IA diventerebbero così due nodi di un processo cibernetico composto da continui feedback e feedforward loop.
L’algoritmo impara continuamente dai propri errori e successi, così come dalle interazioni con l’utente (feedback). Contemporaneamente, sia utente che intelligenza artificiale sono in grado di prevedere i rispettivi comportamenti futuri, adattandosi di conseguenza e anticipando potenziali problemi nel codice prima che emergano, o interpretando diversamente gli input e gli output.
In questo scenario quasi alchemico, due opposti danzano tra loro: il vibe coding diventa una coreografia cybernetica, dove l'umano sogna, immagina e dà forma, mentre l'IA esegue, ottimizza e materializza. Il confine tra il pensare e il fare si dissolverà sempre più, creando una simbiosi tra mente umana e mente artificiale: ciò che la mente umana può immaginare, quella artificiale può realizzare.
💻 DIGITAL GRIMOIRE
Tattiche di sopravvivenza digitale: OpSec, Cybersecurity, OSINT e strumenti AI per dominare l’era digitale.
Come aumentare il controllo sui tuoi dispositivi
Lunedì scorso vi ho parlato del caso SafetyCore, un’app di Google che, tra le altre cose, ci ha fatto riflettere su quanto controllo abbiamo davvero sui nostri smartphone (spoiler: pochissimo). Oggi Art di Digidati ci racconta il caso SafetyCore dal suo punto di vista, approfittandone per spiegarci come aumentare il controllo sui nostri dispositivi e dati con sistemi operativi alternativi come LineageOS, CalyxOS, GrapheneOS, e/OS, iodéOS, VollaOS.
Clicca qui per ascoltare il podcast o guardare il video.
Se vuoi migliorare le tue competenze in informatica puoi anche contattare Art per iniziare un percorso personalizzato che ti porterà ad essere autonomo nelle tue scelte digitali. Qui tutte le informazioni (e un codice sconto).

📡 DIGITAL SOVEREIGNTY SIGNALS
Trasmissioni dalla infosfera: eventi globali, data breach e notizie che impattano la nostra realtà digitale.
Using AI to decode language from the brain. Meta ha svelato alcuni importanti passi avanti sull’intelligenza artificiale applicata allo studio del linguaggio e del cervello umano. Usando segnali MEG (Magnetoencefalografia) la loro IA avrebbe decodificato con precisione fino all’80% dei pensieri dei partecipanti allo studio, che erano chiamati a digitare frasi su uno schermo. L’IA ha permesso di osservare come il cervello trasforma pensieri stratti in parole e azioni, aprendo la porta a importanti innovazioni nel campo delle neurotecnologie.
🌐 SUBSTACK’S SUBNET
Voci emergenti: articoli e contenuti su Substack, selezionati da me per ispirare e connettere.
The Techgnosis Manifesto. Questa settimana ho scoperto il Techgnosis Manifesto, un documento che promuove un uso consapevole della tecnologia, preservando l'esperienza umana, la creatività e la connessione con la natura mentre esploriamo dimensioni spirituali. Un manifesto che in alcuni punti mi suona onestamente un po’ banale, ma che in qualche modo rappresenta anche la mia visione. D’altronde, è il motivo per cui ho scelto di chiamare questa newsletter Cyber Hermetica. Consigliato riflettere su questi temi.

📟 RETROWAVE
Frammenti dal passato: mailing list cypherpunk, culti cibernetici, zine hacker e profeti digitali dimenticati dagli anni ‘90 in poi.
Genesi del neolemurianesimo, parte 6
Anche dopo la sua guarigione, il senso di oppressione persisteva, come una "nuova dimensione della gravità". La visione gli aveva concesso una "terrificante intuizione nella mente-carceraria del Dio Unico".
Era convinto che la conoscenza fosse 'pericolosa' e che "forze potenti stessero cospirando contro di lui", che i "fratelli invisibili stessero invadendo il tempo presente" (WV 220). L'episodio affinò la sua già vivida impressione che l'animale umano fosse crudelmente imprigionato nel tempo da un potere alieno. Ricordandolo in seguito, scrisse: "Il tempo è un'afflizione umana; non un'invenzione umana ma una prigione" (GC 16-17).
Sebbene non ci siano prove storiche dirette a supporto della descrizione degli eventi di Kaye, il periodo immediatamente successivo all'episodio del 1958 fornisce prove sintomatiche convincenti di una trasformazione nelle strategie e nelle preoccupazioni di Burroughs durante quel periodo.
Fu allora che la scrittura di Burroughs subì una radicale svolta, con l'introduzione di tecniche sperimentali il cui unico scopo era sfuggire ai vincoli del già-scritto, tracciando una fuga dal destino. Il ruolo di Gysin nella scoperta di questi cut-up e fold-in è ben noto, ma la storia di Kaye spiega l'urgenza speciale con cui Burroughs iniziò a utilizzare questi nuovi metodi alla fine del 1958. I cut-up e i fold-in erano "tattiche innovative di guerra temporale", la cui funzione era sovvertire le fondamenta dell'universo preregistrato 10. "Taglia le linee di parole con forbici o coltelli a serramanico, a piacere... Le linee di parole ti tengono nel tempo..." (WV 270).
L'adozione di queste tecniche da parte di Burroughs fu, secondo Kaye, uno dei primi effetti (se così ci si può esprimere in modo tanto libero) del trauma temporale. Naturalmente, Kaye attribuisce l'intensa antipatia di Burroughs verso la preregistrazione – un tema persistente nella sua narrativa dopo Il Pasto Nudo – alle sue esperienze nella biblioteca di Vysparov. La "rivelazione cosmica" nella biblioteca produsse in Burroughs "un orrore così profondo" che avrebbe dedicato il resto della sua vita a tracciare e diffondere vie di fuga dalle "sale riunioni e dalle banche di tortura del tempo" (NE 33). Molto più tardi, Burroughs descrisse una schiacciante sensazione di inevitabilità, di una vita già scritta da entità maligne: "i custodi del futuro si riuniscono. Custodi dei Libri del Destino: Mektoub, è scritto. E non vogliono che venga cambiato" (GC 8).
Fu nell'immediato seguito dell'episodio nella biblioteca di Vysparov che Burroughs mostrò i primi segni di un apparente attaccamento casuale ai lemuri, le cui implicazioni decisive emersero solo diversi decenni dopo.
Burroughs non era sicuro di chi lo stesse controllando, come "una spia nel corpo di qualcun altro dove nessuno sa chi sta spiando chi" (WV xxviii). Fino alla fine della sua vita lottò contro la 'Cosa dentro di lui. Lo Spirito Orribile' (GC 48), osservando: "Vivo con la costante minaccia della possessione, e un costante bisogno di sfuggire alla possessione, al Controllo" (WV 94)…
🌀 SYMBOLS
Meme, immagini e simboli visivi che decodificano la schizofrenia dell’era digitale.
Hai già letto l’ultima su Cyber Hermetica?
Alla prossima settimana per un nuovo appuntamento di Sunday’s Schizophrenization