Ogni domenica mattina, Sunday’s Schizophrenization
SCHIZOHIGHLIGHTS, by
Flash semiotici, pensieri e riflessioni personali della settimana.
L’IA confermerà che siamo solo macchine biologiche?
"Aristotele definì l'uomo come un animale razionale, e da allora la ragione è stata considerata l'essenza dell'uomo. Se siamo sulla soglia della creazione di un’intelligenza artificiale, stiamo per assistere al trionfo di una concezione molto particolare della ragione. Infatti, se la ragione può essere programmata in un computer, ciò confermerà una comprensione della natura umana verso cui i pensatori occidentali si sono mossi a tentoni per duemila anni, ma che solo ora hanno gli strumenti per esprimere e attuare. L'incarnazione di questa intuizione cambierà drasticamente la nostra comprensione di noi stessi. Se, d'altra parte, dovesse rivelarsi impossibile creare un’intelligenza artificiale, allora dovremo distinguere la ragione umana da quella artificiale, e anche questo cambierà radicalmente la nostra visione di noi stessi. Pertanto, è giunto il momento di affrontare la verità dell'intuizione più profonda della tradizione o di abbandonare ciò che per duemila anni è stato considerato una comprensione della natura dell'uomo."
— Hubert Dreyfus, What Computers Still Can’t Do
Questa settimana ho letto un articolo che richiamava il passaggio citato di “What Computers Still Can’t Do” di Hubert Dreyfus. Dal 1972, anno in cui scriveva, ne è passata di acqua sotto ai ponti. In quegli anni c’era un crescente entusiasmo verso le possibilità offerte dai computer e dai primi esperimenti di automazione digitale. La cibernetica, che si era iniziata a sviluppare nel dopoguerra, era un campo in fervore e l’intelligenza artificiale era nelle sue fasi iniziali e piene di speranza. In questo contesto, studiosi come Dreyfus criticavano l’idea che la ragione umana potesse essere ridotta a processi meccanici e algoritmici replicabili con le dovute tecnologie — riducendo così l’essere umano a una mera “macchina biologica”.
Dreyfus sostiene che siamo a un punto cruciale. La possibilità di creare una vera intelligenza artificiale rappresenta un momento in cui dobbiamo affrontare una delle intuizioni più profonde della tradizione occidentale: la ragione umana è universale, calcolabile e riproducibile, oppure ha qualcosa di unico e irriproducibile? L’esistenza di un’intelligenza artificiale forte (cioè capace di comprendere e di avere consapevolezza), secondo lui, confermerebbe la prima ipotesi e dovremmo considerarci niente più che macchine biologiche.
La mia opinione è diversa. A questa dicotomia (macchina biologica riproducibile vs unicità non riproducibile artificialmente) rispondo con una terza strada: l'intelligenza artificiale potrebbe semplicemente essere un tipo di intelligenza radicalmente nuovo, diversa da quella umana. L'essere umano, con la sua capacità creativa unica, potrebbe aver dato vita — già oggi — a una proto-intelligenza che pur riflettendo alcune caratteristiche umane (come il linguaggio e la capacità di elaborare informazioni), non possiede coscienza o ragione umana. Non ha un corpo e non può percepire il mondo come lo percepiamo noi; non può vivere esperienze da cui trarre insegnamenti, né ha una coerenza interna da cui coltivare una consapevolezza di sé. Tuttavia, come scrivevo nell’ultimo approfondimento (qui), le IA sono più che pappagalli stocastici, e non possiamo escludere che in futuro si arriverà a un’intelligenza artificiale dotata di coerenza interna e comprensione, ma senza per questo poter essere comparabile all’intelligenza umana.
L’intelligenza artificiale, dal mio punto di vista, non sminuisce quella umana, né contraddice la sua unicità cosmica. Anzi, è una conferma: l’IA è il prodotto dell’immaginazione umana, in grado di espandere se stessa oltre i confini corporei, biologici e materiali per creare nuovi mondi e intelligenze digitali — a metà strada tra il sogno e il reale.
È proprio la scintilla dell’immaginazione e della creatività ad essere il marchio distintivo dell’umanità. L’intelligenza artificiale genera, e non crea: elabora, riorganizza, sintetizza, combina ciò che già esiste, ma non può attingere a quella fonte interiore unica che porta a un’atto creativo autentico.
ECHOES
Saggezze filosofiche, esoteriche e storiche; echi eterni che riverberano dal passato.
Il simbolismo delle Sette Luci
"Quante luci vuoi, tre o sette? Tre è il cuore sincero e modesto, sette è il generale e l'onnicomprensivo." [Io:] "Che domanda! E che decisione! Devo essere sincero: penso che vorrei sette luci." [Anima:] "Sette, dici? Lo immaginavo. Hanno una portata ampia—luci fredde." [Io:] "Ho bisogno di raffreddarmi, di aria fresca. Basta con questa soffocante umidità. Troppa paura e non abbastanza respiro libero. Dammi sette luci." [Anima:] "La prima luce significa il Pleroma. La seconda significa Abraxas. La terza il sole. La quarta la luna. La quinta la terra. La sesta il fallo. La settima le stelle."
— The Red Book (The Seven Sermons to the Dead), Carl G. Jung
Mi piacerebbe conoscere meglio i miei lettori, ti va di rispondere a questo breve sondaggio?
RETROWAVE
Visioni dal passato: frammenti dalla mailing list cypherpunk e degli scritti della cybernetics culture research unit, tradotti in italiano. Dal 1992 al 2003.
Un accordo crittografico col Diavolo
From: efrem@informix.com (Efrem Lipkin)
Date: Thu, 5 Nov 92 04:30:16 PPE
To: cypherpunks@toad.com
Subject: a cryptographic deal with the devil
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Si ritiene comunemente che la polizia, l'FBI e altre agenzie governative intercettino molte più telefonate di quante ne ammettano pubblicamente. Questo senza contare il monitoraggio della NSA su tutto il traffico internazionale che riescono a far entrare in un computer.
Ora l'FBI vuole che i produttori di centralini telefonici forniscano loro una tecnologia di intercettazione telefonica che possa consegnare direttamente sulle scrivanie degli agenti le comunicazioni in tempo reale. Questo è spaventoso, ma potrebbe rappresentare anche un'opportunità.
Considerando che il Congresso probabilmente finirà comunque per autorizzare l'FBI a usare questo giocattolo tecnologico, accettereste un compromesso che richieda che tutte le intercettazioni debbano essere autorizzate da un tribunale, e che l'orario e il luogo esatto di tutte le intercettazioni vengano resi pubblici? Vietato barare.
Credo che un compromesso del genere potrebbe essere realizzabile tramite la tecnologia crittografica. Non ho ancora elaborato i dettagli, ma ecco una bozza dell'idea.
La legislazione che autorizza le intercettazioni dovrebbe richiedere che ogni intercettazione sia attivata da una chiave fornita da un tribunale.
Ogni intercettazione richiederebbe una nuova chiave. L'apparecchiatura di commutazione non solo imporrebbe questo meccanismo delle chiavi, ma trasmetterebbe anche un registro dell'intercettazione a un'agenzia esterna al sistema giudiziario. Sia i tribunali sia questa agenzia sarebbero obbligati a rendere pubbliche periodicamente tutte le intercettazioni realizzate. Sarebbero inclusi codici a prova di manomissione e firme per garantire che tutte le intercettazioni siano effettivamente riportate.
La legge sarebbe quindi applicata direttamente dall'hardware della centrale telefonica. Così non solo sapremmo quante telefonate sono state intercettate, ma anche chi sono le persone intercettate. Quest'ultimo punto solleverebbe però un problema di privacy per le persone intercettate. La legge in questo caso potrebbe semplicemente richiedere che i soggetti intercettati vengano informati, in seguito, dell'invasione della loro vita privata, piuttosto che una divulgazione pubblica di queste informazioni.
Problemi:
Consenso al processo: legittimerebbe le intercettazioni telefoniche.
L'hardware sarebbe pronto per un monitoraggio massiccio delle comunicazioni se il governo riuscisse a far accettare al pubblico l'eliminazione delle limitazioni del sistema. [Potrebbe essere possibile limitare gli abusi facendo comunicare le centrali e impedendo loro di accettare più di 1.000 intercettazioni all'anno.]
Sarebbe difficile fare pressione per ottenere il consenso su questa proposta.
Ulteriore opportunità:
Proponendo e facendo pressione per questo tipo di sistema, potrebbe diventare evidente che le forze dell'ordine vogliono mantenere un controllo molto più stretto di quanto siano disposte ad ammettere. Tuttavia, bisogna essere pronti all'eventualità che accettino il compromesso. Potrebbero comunque decidere di realizzare tutte le loro intercettazioni illegalmente, tramite altri mezzi.
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