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Lo Stato Divino e la Nascita del Welfare

Le radici religiose e politiche nascoste dello stato sociale americano, dalle crociate pietiste al New Deal.

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Jul 23, 2022
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Siamo abituati a dare per scontato il “welfare state” — scuole, ospedali, sussidi, case popolari. Tutto appare naturale, persino indispensabile. Eppure l’idea di un welfare universale è recente.

Quello che molti non sanno è che non nacque dalla compassione, ma come meccanismo di potere religioso e fanatismo morale.

L’Encyclopaedia Britannica lo definisce come “un concetto di governo in cui lo Stato svolge un ruolo centrale nella protezione e promozione del benessere economico e sociale dei suoi cittadini.”

Quella definizione tradisce già il punto essenziale: il ruolo centrale dello Stato, giustificato da promesse di benessere.

Per 150 anni il welfare è stato meno un aiuto ai cittadini che un’operazione di riprogrammazione. Un patto di obbedienza mascherato da solidarietà. Ciò che iniziò come zelo religioso si trasformò in ideologia politica e infine in macchina burocratica.

Questa è la storia di come pietismo protestante, monopoli economici e opportunismo politico forgiarono lo stato sociale. Non come carità, ma come ingegneria sociale.

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Ideologia e potere economico

Negli anni 1880, mentre in Europa si diffondeva il marxismo, i pietisti protestanti post-millenaristi americani si reinventarono come “Progressisti”. Offrirono una terza via: né capitalismo di mercato né rivoluzione socialista, ma uno Stato centralizzato che pretendeva di armonizzare la società in nome del Bene Comune.

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