Monero è per i criminali
Monero è per i criminali, dicono i buoni: “sì, lo è” — risponde Monero.
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Il caos è il terreno dell'anima, il vuoto fertile da cui nascono i semi della creazione. È da questo abisso che l'adepto trae le potenzialità nascoste della mente subconscia. — Kenneth Grant
Non ci si illumina immaginando figure di luce, ma rendendo cosciente l'oscurità. — Jung
Oggi voglio parlare di Monero, una criptovaluta su cui sto riflettendo da diversi mesi. Non dal punto di vista finanziario, che non mi interessa, ma dal punto di vista ontologico, cioè della sua natura, di cosa rappresenta e di come possa influenzare positivamente la nostra realtà. Sono sicuro che il web sia pieno di riflessioni del genere, ma voglio scriverne anch’io, se non altro per dare forma solida a un pensiero.
Come funziona Monero, in breve
Monero è una criptovaluta pensata per garantire l’anonimato dei suoi utilizzatori e la non tracciabilità delle transazioni, attraverso diversi meccanismi di offuscamento.
Nonostante anche Monero, come Bitcoin, sia progettato per funzionare su una blockchain pubblica e trasparente, le sue funzionalità permettono di ridurre al minimo i dati condivisi sul registro pubblico, rendendo così estremamente difficile individuare azioni o informazioni che possono portare all’identificazione degli utenti o alla scoperta del modo in cui utilizzano i loro fondi.
Ci sono principalmente quattro tecnologie che Monero usa per ottenere questo grande livello di anonimato:
Ring Signatures: firme “ad anello” per offuscare l'origine delle transazioni. Ogni transazione viene inserita in un insieme di transazioni fittizie (chiamate decoys) che rendono complesso identificare chi ha effettivamente firmato la transazione reale. Qui per saperne di più.
Stealth Addresses: sono indirizzi una tantum generati automaticamente per ogni transazione, così che solo il destinatario possa legare l'indirizzo alla transazione. Solo il destinatario, con la sua chiave privata, è in grado di "riconoscere" la transazione e accedere ai fondi inviati. Chi osserva la blockchain non può collegare direttamente l'indirizzo temporaneo all'indirizzo reale del destinatario. Qui per saperne di più.
Bulletproofs: è una tecnologia “zero-knowledge proof” che permette di dimostrare l’importo di una transazione senza rivelare alcun dato sull'importo stesso. Viene utilizzata per garantire che l'importo di una transazione sia valido (positivo e inferiore a un determinato valore massimo) senza che questo venga rivelato sulla blockchain. Qui per saperne di più.
Dandelion: il protocollo Dandelion suddivide il processo di propagazione su blockchain della transazione in due fasi distinte: “stem” e “fluff”. Nella prima fase, la transazione viene inoltrata a un nodo per volta (anziché diffondersi a molti nodi), riducendo le probabilità che l'IP del mittente possa essere associato alla transazione. Nella seconda fase, la transazione viene propagata verso tutti i nodi della rete, che però non possono risalire all’IP originario da cui è stata iniziata la transazione. Il funzionamento è simile a quello della rete Tor. Qui per saperne di più.
Sorveglianza di massa su blockchain
Il settore crypto è ormai assediato da aziende specializzate nella sorveglianza di massa delle transazioni su blockchain pubbliche, come Bitcoin, Ethereum, e così via. Queste società offrono strumenti di tracciamento e analisi alle autorità governative per cercare di identificare coloro che usano cryptovalute per compiere attività illecite (come il riciclaggio di denaro, evasione, acquisto di prodotti e servizi illegali, e così via).
Al contrario delle transazioni bancarie e delle comunicazioni elettroniche, che oltre ad essere private (cioè non immediatamente disponibili a chiunque) sottostanno anche a leggi che impongono la cancellazione dei dati dopo un certo periodo di tempo, le transazioni su blockchain pubblica sono accessibili e trasparenti. Le caratteristiche della blockchain rendono quindi possibile analizzare dati anche molto risalenti nel tempo. Anche fra 50 anni, qualcuno potrà avere a disposizione tutto lo storico delle tue transazioni su blockchain.
Le potenzialità di queste aziende sono illimitate. Grazie alla trasparenza totale delle blockchain pubbliche hanno a disposizione tonnellate di dati storici che possono acquisire e analizzare senza alcun limite. La sorveglianza di massa in questo settore non è un’ipotesi, ma una certezza assoluta. Sappiamo bene che non è solo questione di privacy, o di volersi nascondere, ma di autodeterminazione.
La transazione economica è una manifestazione della propria volontà di agire. Nel momento in cui questa volontà è limitata dall’ingerenza altrui, anche soltanto tramite l’osservazione (che non è mai fine a se stessa), non possiamo affermare di essere liberi di agire; non possiamo cioè vivere una vita ‘moralmente giusta’ (orientata al nostro benessere).
Sul tema della moralità di privacy e anonimato ho scritto un approfondimento specifico, per chi volesse saperne di più.
Il caso Chainalysis
Chainalysis è una delle aziende di sorveglianza più rilevanti del settore. Il loro motore di investigazione, chiamato Reactor, è in grado di analizzare e collegare tra loro migliaia di transazioni, offrendo agli analisti numerosi dati che possono essere usati per aiutare le autorità a identificare gli utenti.
Di recente è stato diffuso un video risalente al 2023, in cui un relatore di Chainalysis mostra il modo in cui possono osservare e tracciare le transazioni grazie al sistema Reactor. Nella presentazione, il caso di studio era una richiesta da parte delle autorità di identificare l’amministratore di un e-commerce illegale probabilmente residente in Colombia, partendo da un centinaio di transazioni XMR (Monero).
Nel video è possibile vedere i dati che possono acquisire e monitorare in tempo reale per ogni transazione, che sono davvero molti:
Dati On-Chain
Indirizzi pubblici
Transazioni
Importi delle transazioni
Timestamp delle transazioni
Balance di wallet
Dati Off-Chain
Dati KYC (Know Your Customer)
Dati IP
Metadati delle transazioni
Dati delle piattaforme social
Dati da servizi centralizzati (exchange, wallet custodial)
Blacklist e database di segnalazioni precedenti
Il tutto, unito a tecniche di analisi avanzata:
Clustering e Analisi Euristica
Coin Tracking
Analisi di Pattern Comportamentali
Analisi temporale e geografica
Il video (link qui) è estremamente interessante per capire il funzionamento di questi sistemi di sorveglianza, e comprendere le possibili azioni di mitigazione dei rischi.
Non starò qui a descriverlo, quindi consiglio di vederlo. Mi limiterò a dire che nel caso di Monero, nel migliore dei casi, ciò che queste società possono fare è identificare gli IP degli input e output delle transazioni. L’amministratore alla fine fu infatti identificato proprio così, a causa di un banale errore di OpSec da parte sua, che lo portò nel 2020 a mostrare il suo IP in chiaro verso alcune transazioni su un Exchange KYC.
Monero è il miglior strumento anti-sorveglianza
Nonostante le potenzialità dei loro motori di analisi, il presentatore di Chainalysis più volte afferma che a diffrenza di altre crypto come Bitcoin o Ethereum, con Monero è estremamente complesso identificare gli utenti e scovare pattern comportamentali, proprio a causa delle caratteristiche menzionate sopra.
Secondo lui, non c’è “second best” per quanto riguarda l’anti-sorveglianza. Considerando la fonte di questa opinione, tendo a fidarmi.
Guerre di meme
Il valore di Monero non si ferma però alle sue caratteristiche tecniche, che possono essere facilmente replicate da altre criptovalute. È invece interessante guardare anche al suo ‘potenziale memetico’. Nel cyberspazio i meme sono lo strumento attraverso cui la narrazione culturale viene propagata, come un virus mentale che si insedia nella mente delle persone.
La privacy purtroppo non ha mai avuto un grande potenziale memetico. È noiosa, obsoleta, e non allineata con lo zeitgeist. A nessuno interessa davvero della propria privacy — neanche a chi ne parla ogni giorno. Altrimenti non saremmo online.
Per questo il potenziale memetico di Monero è particolarmente importante. Nonostante le importanti caratteristiche tecniche, che consentono un elevato livello di privacy e anonimato, i meme che circondano l’ecosistema di Monero non sono incentrati su questi aspetti, ed è questa la sua forza e la sua resilienza.
L’anonimato diventa un substrato, che esiste, ma che supporta altre narrazioni molto più potenti: caos, cripto-anarchia, ingovernabilità, ribellione, estremismo, agorismo, e sì — anche criminalità. Non è un caso che tra i principali sostenitori di questa narrazione ci fosse John McAfee, il libertario più pazzo che l’era moderna abbia conosciuto.
Qualche meme di esempio:
I meme di Monero si pongono in diretto contrasto con un altra cryptovaluta ricca di meme: Bitcoin. Le differenze ontologiche tra le due narrazioni sono palesi e si pongono in diretta antitesi.
L’archetipo di Bitcoin è solare, positivo e trasparente. Il Bitcoiner ha fiducia e speranza nel futuro. Crede che attraverso il Bitcoin Standard sia possibile spazzare via il male che pervade il mondo e sistemare tutto ciò che non va. Per questo, chi usa Bitcoin fa spesso opera aperta e trasparente di proselitismo, per giungere infine alla Terra Promessa del “Bitcoin Standard” e della cosiddetta adozione di massa di questa moneta rivoluzionaria. Chi usa Bitcoin vuole farlo sapere al mondo ed è disposto a privarsi anche di parte della sua privacy e anonimato, pur di stimolare questa rivoluzione pacifica, partecipando a podcast, conferenze, lezioni universitarie e avviando attività imprenditoriali fondate su Bitcoin.
L’adozione di massa, che è un potente meme, si porta dietro però una serie di conseguenze. La più importante, è che si rivolge ai cosiddetti “normie”, cioè a coloro che seguono le tendenze di massa in ogni aspetto della loro vita.
Al “normie” non interessano né privacy né anonimato. Il normie è spesso più interessato ai guadagni finanziari e vede Bitcoin come uno strumento di facile accrescimento patrimoniale (sulla base dei dati storici). Il normie non possiede una cultura Cypherpunk, non ha interesse nell’agorismo ed anzi spesso è un liberale democratico che ripone grande fiducia nel sistema statale.
Il normie sceglie la strada di minor attrito per usare Bitcoin, che è quella degli exchange centralizzati come Binance o Coinbase, che richiedono la piena identificazione dei loro utenti. Il primo passo verso l’adozione di massa è quindi l’adozione istituzionale, che catapulta gran parte della narrativa Bitcoin sul piano finanziario e speculativo.
Di nuovo, è facile comprenderlo con qualche meme di esempio:
Monero è ontologicamente necessario
A differenza di Bitcoin, l’archetipo di Monero è lunare, oscuro e caotico.
Chi usa Monero non ha interesse all’adozione di massa, né a risolvere i problemi del mondo con una moneta magica del cyberspazio. Non c’è speranza cieca nel futuro, ma crudo realismo e volontà di ribellione verso un mondo che può essere migliore, ma non è scontato che lo sarà. Chi usa Monero è consapevole di vivere in una sorta di distopia tecnocratica planetaria, in cui l’Occhio digitale di Sauron scruta incessantemente verso l’orizzonte. Sa che gli Orchi stanno arrivando e che non risparmieranno niente e nessuno. Oppure, è semplicemente un criminale agli occhi dello Stato.
Per questo non troverai circoli di Monero che organizzano incontri davanti a uno Spritz, né grandi conferenze pompose con tanto di importanti politici e imprenditori. La community di Monero non fa proselitismo aperto e trasparente, ma fa guerriglia digitale nei meandri sotterranei del cyberspazio, con agorismo e mercati neri, anonimato e meme violenti.
Monero non vuole farsi bello agli occhi dei ‘buoni’, ed anzi il suo messaggio risulta rafforzato ogni volta che i ‘buoni’ lo attaccano proprio per la sua immagine criminale e anti-sistema. Paradigmatico in questo il bellissimo meme: “buy stock in organized crime”. Monero è per i criminali, dicono i buoni: “sì, lo è” — risponde Monero. E come sappiamo, chiunque prima o poi può diventare un criminale agli occhi dello Stato, anche solo per aver espresso la sua opinione.
Già in precedenza ho scritto che ritengo necessario oggi abbracciare il dualismo luce/oscurità, e che sia Bitcoin che Monero (come anche altre criptovalute) abbiano il loro posto nell’Universo.
Tuttavia, se gli ultimi eventi ci insegnano qualcosa, sappiamo anche che è ora di riportare equilibrio nel mondo e addentrarsi nel caos digitale dell’anonimato.
Nel buio c'è scoperta, c'è possibilità, c'è libertà nel buio una volta che qualcuno l'ha illuminato. E chi è stato così vicino a farlo come lo siamo noi in questo momento? — Captain Flint