Lo Schwarze Sonne Digitale
Sull’entropia terminale del mondo e l’alchimia fisica come pratica di resistenza alla luce nera del capitalismo algoritmico.
Giugno 2025. Primi giorni di mare. Il caldo estivo è arrivato in anticipo, quello che il famigerato anticiclone africano porta con sé in Europa ogni estate. Un caldo spietato, improvviso, di quelli che spaccano la terra nei campi.
E così ce ne siamo scappati al mare. Qui il calore si smorza con la brezza salmastra e si schianta sulla superficie ancora fredda dell’acqua marina. Il contrasto è evidente al primo tuffo.
I muscoli si contraggono, il respiro si spezza per un momento, i suoni si attutiscono; in quel preciso momento tutto ha senso. È il freddo a dare forma al mio corpo — a determinare con precisione molecolare il confine tra me e il resto dell’universo. È il contatto con l’acqua fredda a ricordarmi che sono vivo. Che esisto perché posseggo un corpo fisico: un miracolo divino i cui meccanismi interni ancora oggi ci sono perlopiù ignoti.
Ma il refrigerio dell’acqua non basta più a raffrescare le sinapsi. Oggi il calore non è solo atmosferico: è sistemico, informazionale, sociale. Capitalistico. Il capitalismo, che determina ogni aspetto della nostra società e vita su questa terra, è un sistema termodinamico in preda a entropia accelerata.
Telecomunicazioni e social network, sistemi complessi, intelligenza artificiale, robotica: ogni fase del capitalismo incrementa l’automazione, riduce il controllo umano, espande il calore del sistema.
Noi tutti siamo immersi in un miasma bollente che provoca allucinazioni cognitive di massa: le nostre menti sono perse nel mezzo di deserti algoritmici senza riparo né refrigerio, e il calore che soffriamo non potrà che aumentare esponenzialmente. L'informazione è volatile, radioattiva come atomi di uranio. Si propaga ovunque, contaminando ogni ambito della società. Questo è il vero riscaldamento globale.
Il caldo espande, accelera, agita, discioglie ed evapora. Nulla di umano sopravvive nel cociore algoritmico del capitalismo digitale, salvo trovare un modo per ripararci dalla costante esposizione radioattiva.
Nonostante le nostre funzioni corporee si stiano già adattando all’ambiente tecnocapitalistico — lo smartphone è ormai una protesi esistenziale più che tecnologica — i nostri cervelli ancestrali rischiano di soccombere al brodo metafisico della coscienza collettiva digitalizzata, che attraverso metriche come “audience” ed “engagement” ci scarnifica fino a mettere a nudo le nostre peggiori caratteristiche.
Anche la WW3 è solo nella nostra testa
Perfino le guerre sanguinarie oggi non sono altro che contenuti creati appositamente per aumentare l’entropia del sistema. L’attesissima terza stagione della guerra mondiale è già iniziata da tempo sui nostri smartphone.
Come ricorda
, ogni guerra è un conflitto per procura che viene immediatamente incorporato nella simulazione globale a cui partecipano tutti e nessuno. Anche le parti in guerra non rappresentano più alcuna posizione storica: tutti si limitano a impersonificare una componente strategica della simulazione.Keep reading with a 7-day free trial
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