La bussola dei browser
Hic Sunt Leones: guida operativa per scegliere il browser che fa per te, e non affondare nel cyberspazio.
“Hic sunt leones” scrivevano gli antichi cartografi sulle mappe ingiallite, a delimitare i confini dell’ignoto. Era un avvertimento: oltre quelle acque solo bestie feroci e territori inesplorati — e non arriverà nessuno a salvarti.
Oggi anche noi siamo cartografi e navigatori, ma le nostre rotte si tracciano nel cyberspazio: un oceano sterminato, che ogni anno si espande inglobando pezzi sempre più vasti della nostra vita quotidiana.
Social network come isole turistiche, e-commerce come porti mercantili, forum e blog come arcipelaghi dispersi. Ma basta poco per spingersi fuori dalle rotte conosciute, e ritrovarsi in acque torbide, tra pirati digitali, corsari di dati, mostri informatici e correnti invisibili di algoritmi che ci catturano, per spingerci dove vogliono loro.
In questo viaggio, il browser è la tua nave. Può essere un mercantile comodo ma vulnerabile, una caravella agile ma fragile, o una corazzata lenta, progettata per resistere agli assalti. Confondere un’imbarcazione con un’altra può costarti caro: non tutte le navi sono fatte per gli stessi mari.
Alcuni browser sono fortezze pensate per resistere agli attacchi diretti. Altri si specializzano nella privacy, ossia nell’occultare la tua rotta agli occhi indiscreti. Altri ancora sacrificano queste difese in nome della velocità o della comodità del viaggio.
Comprendere le differenze è essenziale per non restare in balia delle correnti — e, a volte, la scelta migliore non è utilizzarne uno solo.
Quella che segue è una mappa per distinguere e scegliere consapevolmente il tuo vascello digitale per navigare l’oceano cybernetico.
Pirati, mostri e correnti violente
Nell’oceano del cyberspazio le bestie feroci e le correnti violente sono all’ordine del giorno.
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