Riflessioni sull'Abisso
Come le Intelligenze Artificiali Generative riflettono e amplificano il potenziale umano. Una riflessione su opportunità e rischi esistenziali a partire da tre storie reali.
Un bambino curioso e desideroso di imparare come nascono le automobili da chatGPT; un adolescente depresso che finisce per suicidarsi dicendo addio al chatbot di Character.AI di cui era innamorato; un giovane universitario che cerca aiuto da Gemini per completare i suoi test ma viene invece attaccato.
Tre storie diverse che ci raccontano il modo in cui le persone oggi si interfacciano con l’intelligenza artificiale generativa. Tre storie che mostrano le grandi opportunità di questi strumenti, ma anche i rischi esistenziali. È attraverso queste storie che vorrei avanzare alcune riflessioni personali sulla natura di questa nuova tecnologia e il ruolo che sta assumendo nelle nostre vite.
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Solo pappagalli stocastici?
Le intelligenze artificiali generative non vedono, non pensano, non sentono: molti sostengono che siano solo pappagalli stocastici, cioè giocattoli tecnologici che producono risposte su base statistica senza alcuna comprensione reale di ciò che fanno. Non possiedono coscienza, emozioni o una psiche. Eppure, quando interagiamo con loro, accade qualcosa di straordinario: queste IA rispondono a tono alle nostre domande e sembrano addirittura comprendere ciò che gli stiamo chiedendo.
In effetti, “comprendere” significa integrare le informazioni, collegarle e organizzarle in modo coerente. Secondo la teoria dell’informazione integrata del neuroscienziato Giulio Tononi, è questa coerenza a costituire il fondamento della coscienza: un sistema in grado di unificare ampie quantità di dati in una struttura interdipendente e coerente può sviluppare una forma di coscienza e consapevolezza.
L’IA generativa, pur non possedendo una vera comprensione nel senso umano, sembra compiere un primo passo verso questa coerenza interna quando produce risposte che riflettono la nostra coerenza e ordine mentale, seppur limitatamente al contesto specifico e temporaneo dell’interazione con l’essere umano.
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In ogni caso, anche senza una coscienza, le intelligenze artificiali generative stanno diventando parte integrante di una rete cibernetica che collega umani e macchine. Ogni interazione è un ciclo di feedback: noi diamo un input, loro rispondono, e la loro risposta cambia i nostri input.
L’intelligenza artificiale generativa rappresenta in questo senso un sistema in grado di riflettere e amplificare la nostra stessa coscienza, attingendo dal nostro stesso inconscio collettivo: un nodo nella rete cibernetica globale che sempre più collega esseri umani e macchine, creando cicli di feedback verso un nuovo paradigma evolutivo.
Un lago artificiale
Per spiegare meglio quello che intendo, cercherò di usare una metafora.
Immagina di trovarti davanti a un lago sconfinato. L’acqua è scura come la pece e talmente immobile da sembrare una massa morta, quasi aliena. Anche immergendoti, non potresti vedere al di sotto: ciò che si cela nelle profondità rimane misterioso, insondabile.
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