Cyber H3rmetica (IT)

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Siamo tutti Matti nel cyberspazio

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Con la diffusione globale dei social network e con l’ascesa fulminante dell’intelligenza artificiale generativa, la nostra percezione della realtà e dell’identità è spinta ai suoi limiti estremi.

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Matte 𐀏
Aug 31, 2024
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Siamo tutti Matti nel cyberspazio
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Un lettore mi ha recentemente detto che sono fuori di testa – un po’ pazzo. Considerando che ha scelto di abbonarsi, presumo lo intendesse in senso buono.

Eppure, le sue parole mi sono rimaste impresse. Sono davvero pazzo? O forse… sono semplicemente Matto?

Il Matto, nel linguaggio dei Tarocchi, è colui che si lancia nell’ignoto, camminando sul bordo dell’abisso con un misto di ingenuità, incoscienza e curiosità sconfinata.

Non ha un posto fisso nella sequenza degli Arcani Maggiori — è sia l’inizio che la fine, il potenziale informe, la forza grezza dell’esperienza svincolata da ogni certezza. E forse, in un certo senso, l’era digitale ha reso Matti un po’ tutti noi.

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Tra i Mondi

Fin dall’infanzia, tra un’avventura con lo skateboard e l’altra, ho vissuto più negli spazi liminali del cyberspazio che nel cosiddetto “mondo reale”.

Dai primi anni 2000 mi tuffavo già a capofitto in forum online, giochi multiplayer e comunità anonime. In questi ultimi 24 anni, ho indossato centinaia di identità diverse, spesso senza nome e senza faccia, che mi hanno permesso di interagire con persone che, come me, fluttuavano tra maschere e sé molteplici.

Internet non offriva solo una via di fuga — diventava un luogo in cui l’identità stessa poteva essere esplorata, remixata, scartata. Eppure, qualcosa di strano ha cominciato ad accadere.

Le interazioni digitali, per quanto reali in termini di impatto emotivo e coinvolgimento, mancano del radicamento sensoriale e tangibile che caratterizza le relazioni nel mondo fisico. I cinque sensi vengono annullati, tutto viene proiettato direttamente nella mente, senza filtri.

In questo contesto, la coscienza umana — e nello specifico l’Ego, il nucleo dell’identità — naviga un territorio in cui i confini tra realtà soggettiva e oggettiva si fanno sempre più sfumati. Chi si cela davvero dietro le maschere? E a che punto la maschera inizia a plasmare chi la indossa?

Con la diffusione globale dei social network — e oggi con l’ascesa fulminante dell’intelligenza artificiale generativa — la nostra percezione della realtà e dell’identità è spinta ai suoi limiti estremi.

Oggi, chiunque può moltiplicare i propri sé digitali, forgiando maschere pirandelliane che consentono di interagire in modi che un tempo sarebbero sembrati impossibili. E mentre abbracciamo questa fluidità, assistiamo anche a qualcosa di ancora più destabilizzante: la comparsa di entità artificiali, avatar deepfake e personalità AI che si mescolano perfettamente alle nostre conversazioni.

Non si tratta più solo di anonimato o gioco di ruolo — è un cambiamento nella struttura stessa della realtà. Se gli agenti artificiali possono ora occupare lo stesso palcoscenico digitale degli esseri umani, partecipando a discussioni, creando contenuti, e persino sviluppando personalità apparentemente coerenti, allora come possiamo discernere ciò che è reale? E più importante ancora: che impatto ha tutto questo su di noi?

Possiamo ancora mantenere una percezione salda della realtà e di noi stessi in questo spazio liminale tra sogno e realtà? O siamo destinati a dissociarci sempre di più?

Il Principio di Coscienza e il cyberspazio

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