Dallo Stato Sociale al Great Reset
All'inizio del secolo scorso i progressisti proposero l'idea di Stato come strumento, quasi divino, di pianificazione sociale. Oggi ci riprovano con il Great Reset e con l'aiuto della tecnologia.
Come abbiamo visto nella prima parte di questo articolo, l’idea di Stato Sociale nacque da uno strano ma molto efficace connubio tra religione (protestante) e politica, in quello che venne poi conosciuto come movimento progressista.
I progressisti del XX secolo furono infatti in grado di sfruttare lo Stato come strumento per plasmare la società a loro immagine e somiglianza, spesso attraverso politiche proibizioniste, misure di “giustizia sociale” e regolamentazione del mercato.
L’idea dei protestanti-progressisti era tanto semplice quanto inquietante: lo Stato aveva un mandato divino che doveva essere usato per ricercare la società perfetta e preparare il mondo per il Secondo Avvento.
Personalmente, trovo che ci siano molte analogie tra i primi movimenti progressisti e il Great Reset promosso dal World Economic Forum e da moltissimi intellettuali e politici in tutto il mondo.
La tecnologia oggi può in effetti trasformare lo Stato in uno strumento semi-divino, capace di plasmare la società e perfino le menti dei suoi cittadini.
Reset o ripetizione?
I progressisti di ieri e di oggi partono dallo stesso presupposto. Il mondo deve essere cambiato e migliorato in tutti i suoi aspetti. Dalla pagina sul Great Reset del World Economic Forum possiamo leggere:
“The world must act jointly and swiftly to revamp all aspects of our societies and economies, from education to social contracts and working conditions.”
Che si traduce più o meno con:
“Il mondo deve agire velocemente per migliorare tutti gl iaspetti delle nostre società ed economie, dall’educazione fino ai contratti sociali e alle condizioni di lavoro”.
Nel XIX secolo il problema dei protestanti erano i saloon, gli alcolici, le scommesse, lo sport, l’istruzione privata e la religione Cattolica. I problemi dei progressisti moderni sono invece le ineguaglianze sociali, crisi climatica, crisi energetica e così via.
L’obiettivo e la narrazione però sono sempre gli stessi: dobbiamo riunirci in spirito di fratellanza e cooperazione per modificare il nostro stile di vita e creare così un mondo migliore:
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