Dall'antico al futuro: Archeofuturismo Cripto-Anarchico
Ritorno a principi ancestrali e innovazione tecnologica per una nuova coscienza umana.
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“Ma a voi, lo stato del mondo sembra normale?” è la domanda che ho fatto ai miei followers questa settimana.
Ho volutamente lasciato all’interpretazione dei lettori il significato di quel “normale”, limitandomi a indicare che per normale intendo svegliarsi la mattina e non pensare che tutto ciò che ti circonda sia fuori di testa.
Le risposte, nonostante l’interpretazione aperta, sono state pressoché univoche: a nessuna delle centinaia di persone che hanno risposto il mondo attuale sembra “normale”; sia nella mia bolla, che al di fuori. Quest’ultimo dato è significativo, perché qualcuno potrebbe pensare che ciò che sembra normale ad alcuni, potrebbe sembrare assurdo ad altri.
Quasi tutti sentono che c’è qualcosa di strano. I miei nonni, che insieme ai tedeschi accampati nei loro cortili hanno vissuto sulla loro pelle i bombardamenti di quelli che la storia avrebbe poi descritto come “alleati”, probabilmente non avevano questa costante sensazione di follia perpetua.
Già Ted Kaczynski descrisse molto lucidamente il malessere diffuso nelle società occidentali, puntando il dito contro la tecnologia: strumento oppressivo e di manipolazione delle masse, continuamente alla ricerca di un significato ormai perso per le loro vite. Secondo lui infatti gli ultimi avanzamenti tecnologici hanno “destabilizzato la società e reso le nostre vite vuote, insoddisfacenti e indignitose”.
Come sa chi mi legge da tempo, credo piuttosto che la ragione di questo malessere potrebbe ritrovarsi non tanto nella tecnologia in sé, quanto nella fase di transizione dall’era industriale verso l’era digitale e nell'aver condotto i principi illuministici alle loro estreme conseguenze, distaccandoci dai valori umani fondamentali e dalle nostre radici spirituali.
Qualcuno direbbe in verità che la transizione è anche cosmologica: legata all’avvicinarsi della conclusione del cosiddetto mese platonico, cioè il periodo di 2150 legato al fenomeno della precessione degli equinozi terrestri.1
Una transizione tecnologica e cosmologica
Anche secondo Jung (Aion, 1951) la civiltà occidentale nel suo insieme segue il sentiero dei mesi platonici, che a loro volta determinano una sorta di “precessione degli archetipi” culturali e religiosi.
La conclusione dell’attuale mese platonico ci porterà dall’Era dei Pesci, caratterizzata dagli archetipi delle religioni abramitiche, come il simbolismo di Gesù il “pescatore”, all’Era dell’Acquario. L’acqua tipicamente simboleggia la dimensione della coscienza collettiva, del sogno e della metafisica. I pesci sono però anche simbolo di dualismo, e quindi di inevitabile conflitto interiore ed esteriore (fino al momento d’integrazione dell’ombra, direbbe Jung).
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