Airstrip One (UK, 2024)
Devi capire che ciò che hai fatto, anche solo ciò che hai pensato, è un crimine. Ogni pensiero contrario al Partito è un atto di tradimento.
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In queste prime settimane di agosto abbiamo assistito a diverse rivolte, anche violente, in molte parti del Regno Unito. Una crisi che ha fatto precipitare velocemente il Paese in uno stato d’emergenza e tensione politica.
Non è chiaro il motivo, o i motivi, per cui sono nate queste rivolte. In realtà, è molto probabile che siano semplicemente l’esito di numerosi episodi, separati tra loro, e delle tensioni politiche da quasi-guerra civile che ormai pervadono da più di un anno l’intera sfera occidentale.
Alcuni giornalisti hanno indicato l’omicidio di 3 bambine da parte di Axel Rudakubana, un giovane di discendenza africana residente a Southport, ma non è detto che sia davvero questo il fattore scatenante.
Su X l’account StarkNakedBrief ha cercato di ricostruire i fatti e i diversi eventi degli ultimi giorni. Come dicevo, non sembra però esserci un unico fattore scatenante, ma diversi episodi violenti e scontri tra individui anglo-sassoni e individui di discendenza africana o araba nel corso di diversi giorni, che sono poi sfociati in vere e proprie rivolte in tutto il paese.
In questi giorni ci sono stati centinaia di arresti e perfino contro-manifestazioni, con masse di persone scese in strada per contrastare i cosiddetti “fascisti” e “l’odio razziale”.
Dalle piazze ai social, o viceversa
In ogni caso, i “disordini”, così li chiamano, sono stati accompagnati da un forte eco mediatico, soprattutto su social come X, anche a causa dell’intervento di Elon Musk che nel corso dei giorni ha rilanciato diversi post contro il governo inglese. Per questo motivo, anche il PM Keir Starmer ha deciso di esporsi, promettendo che i responsabili dei disordini avrebbero affrontato “la piena forza della legge” per le loro azioni.
Starmer non ce l’ha soltanto con coloro che hanno preso attivamente o passivamente (anche solo aver guardato da lontano) parte alle rivolte, ma anche con chi, attraverso i social, ha in qualche modo sostenuto o rilanciato contenuti relativi alle rivolte o ritenuti “incitamento all’odio”.
E in effetti, le sue non sono rimaste minacce vuote.
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