Sono le 7:45 di un sabato mattina di fine agosto. Fuori, lo scoprirò un’ora più tardi, il termometro segna 16°. In semi-coscienza mi avvio verso la camera di mia figlia, che mi aspetta già in piedi nel lettino con un sorriso a sei denti: è più mattiniera di noi, senza alcun dubbio.
Il giorno prima, mentre l’ennesimo acquazzone interrompeva la festa di paese, ci dicevamo che l’estate era ormai finita. E invece oggi il sole ci ricorda che ha ancora qualcosa da dire. Alle 9 siamo già fuori, una passeggiata che è soprattutto un pretesto per sederci al bar con brioche e cappuccino. Un anziano si avvicina a parlare con nostra figlia; lei lo osserva. “Guarda come è concentrata — chissà quante cose assorbono da piccoli,” commenta. È vero: in quella testolina c’è un intero universo in espansione.
È sabato mattina e l’aria è leggera. Tutti sono più ricettivi alle piccole bellezze, come una bambina che mastica brioche sotto un sole che non si rassegna alla fine dell’estate.
“Avresti mai immaginato di fare un figlio?” — No. Non ci pensavo proprio.
Espansione.
Intanto, un mio post qui su Substack è diventato virale. Nessuna intuizione magnifica, solo un’immagine a rappresentare due parole: “dipendenza” e “felicità”. È piaciuta perché tutti le riconosciamo d’istinto. Tutti abbiamo conosciuto quelle sensazioni di compressione ed espansione.
La dipendenza è un restringimento: da sostanze, dal giudizio altrui, dal lavoro, dai meccanismi invisibili e distrazioni sottili della tecnologia digitale. È la contrazione della vita su se stessa. C.S. Lewis descrisse l’inferno più o meno così: uno stato in cui gli individui diventano sempre più piccoli e meno umani, chiudendosi alla realtà e agli altri. Contrazione, separazione dal Tutto (Dio).
Ma ogni compressione prepara un’espansione. Ce lo insegnano anche gli analisti di mercato: la contrazione della volatilità precede sempre un nuovo slancio espansivo. I mercati non fanno altro che riflettere processi psicologici e cosmici: brevi pulsazioni in cui tutto accade ed evolve, seguite da periodi più o meno lunghi di contrazione. Tutto è ripetizione dello stesso respiro universale, cicli che si moltiplicano all’infinito come un frattale.
Lo stesso vale a livello cosmologico. L’induismo descrive quattro yuga — Satya, Treta, Dvapara, Kali — in proporzione, nella loro durata: 4:3:2:1. È il Kali Yuga, l’epoca di massima contrazione, a precedere il ritorno dell’espansione, il Satya Yuga. Compressione, oscurità, dissoluzione… ma solo per aprire la strada alla rinascita.
Dalla mia scrivania il 7 di Bastoni del mazzo di Thot mi osserva mentre scrivo. È una carta che parla di valore: quello che ci porta a non cedere quando il vento ci schiaccia verso il basso. È una prova del fuoco per dimostrare che la nostra fiamma è più reale delle tempeste che cercano di spegnerla.
E noi oggi siamo proprio qui. Nel mezzo della tempesta schiacciante del Kali Yuga. I nostri governi hanno scelto la repressione come politica interna. Non del crimine, ma delle opinioni divergenti; dell’identità culturale; della dignità umana.
In Inghilterra si registrano ormai decine di arresti al giorno contro chi osa esprimere le sue idee online. È anarco-tirannia: mentre immirati e criminali di ogni tipo fanno il bello e cattivo tempo, le forze dell’ordine arrestano bambine di 14 anni. Tolleranza e lassismo verso violenza e degrado, severità brutale contro chi protesta, dissente o semplicemente vuole vivere senza piegarsi.
E poi c’è l’ombra del Chatcontrol e dell’Euro Digitale, che si alza come presagio di un’ulteriore compressione delle nostre libertà. Sorveglianza totale e moneta programmabile per stringere le catene digitali al collo di centinaia di milioni di europei.
Questo non è semplicemente un periodo di evoluzione tecnologica, ma un momento di passaggio verso un nuovo stadio evolutivo umano, che metterà a dura prova il nostro senso d’identità, la nostra capacità di autodeterminazione e la nostra stessa umanità.
Da una parte, è sempre più facile superare i confini nazionali e biologici, proiettandoci in uno spazio liminale che ci offre l’occasione di instaurare relazioni umane e commerciali senza alcun limite, se non quello della nostra immaginazione.
Dall’altra, rischiamo invece di soccombere; trasformandoci in ingranaggi di un sistema senza volto che mira a spossessarci di tutto ciò che ci rende umani.
Siamo nel cuore del Kali Yuga. È il tempo della contrazione, della repressione e del soffocamento tecnocratico.
Ma ogni contrazione accumula energia: è la molla che prepara il balzo. Le forze oscure che ci governano credono di poterci ridurre a polvere, ma la loro contrazione è il preludio di una nuova apoteosi. E come scrive la mia cara amica Brenda: “disobbedire, sottrarsi, creare. Spezzare le categorie ricevute e costruirne di proprie. Questa è la magia: creare risonanze tra macrocosmo e microcosmo.”
Se vuoi, parliamone insieme nella chat di Cyber Hermetica.
Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo!
Molto Vriller